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Nuovo Manuale di Scatologia. Ovvero, come fare la cacca correttamente

4 Gennaio 2018
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Non importa che tu sia gazzella o leone: devi sapere come fare la cacca e la devi fare bene. Vale a dire nella posizione corretta

1 Ultima call in uffico, dribbling nel traffico che neanche Denilson ai tempi d’oro, parcheggio tattico, rapido check all’ascensore per capire che facendo le scale il guadagno è minimo ma vitale, aprertura della porta direttamente con la chiave giusta, disattivazione delll’allarme ricordando il codice in 36 centesimi netti (tempo di assoluto valore europeo), slaccio della la cintura e contemporaneo lancio di giacca e borsa PC sul divano con triplo toe-loop da far invidia alla Kostner, chiusura porta del bagno con mutanda già abbassata, controllo presenza telefono, conseguente pietoso ritorno al divano con le braghe abbassate per recupero dello strumento, ultima controllata alla posta che non si sa mai, e poi finalmente libero dal kebap che i tuoi colleghi giargiana ti hanno portato a ingurgitare in pausa pranzo?

2 Sveglia con suoneria iPhone campane tibetane più ruscello che scorre, posizioni del cane a faccia in sù, cane a faccia in giù e del cobra (è yoga savastana cosa avete pensato ??), bicchiere d’acqua tiepida con curcuma, pieno di fermenti vivi con yogurt di soia, briochina integrale con miele di montagna, due condivisioni di bufale su FB, un paio di scatti su Instagram, e poi via verso il porcellanoso trono imperiale per dare alla luce il bambinello concepito con tanto amore e una cena a base di fibre e senza glutine?

In entrambi i casi, molto probabilmente stai commettendo un grave errore. Non importa che tu sia gazzella o leone: devi sapere come fare la cacca e la devi fare bene. Vale a dire nella posizione corretta. A 35 gradi, la regola aurea.

Sia che tu magni unicamente biovegano o che ti nutra esclusivamente di quanto hai ucciso con le tue mani, possibilmente nude, con ogni probabilità stai cagando nella posizione scorretta. E lo stai facendo da anni a meno che tu non sia un turco. O un cane, un gatto…

La modernità infatti ci ha rinchiuso in un esilio dorato, lontani da quella che è la nostra primigenia e più vera natura obbligandoci, grazie al falso mito della comodità, ad espletare i nostri bisogni su quelle che possono sembrare comode ed innocue poltrone sulle quali superare decine di livelli di Candy Crush ma che in realtà sono vere e proprie macchine della morte.

Non si conoscono ancora a fondo le ragioni di questa innaturale, quanto ormai consolidtata, viziosa abitudine anche se i sospetti sulle lobby dei giochini per cellulare e dei power charger sono più che fondati ma, a tutti gli effetti, la posizione in cui siamo costretti sedendoci sopra questi diabolici macchinari porta naturalmente la muscolatura perianale ad occludere gli intestini (e a pensarci non è poi così un male quando ci scappa in auto, sui mezzi oppure in riunione…) ciò comporta un solo parziale svuotamento del nostro amato retto a fronte comunque di uno sforzo immane, del pur encomiabile, sfintere: insomma si fa più fatica e non ci si svuota del tutto incappando per di più nel rischio di un’ “aria” in abiti di scena.

La posizione più consona e naturale, nonchè la più salubre, per la defecazione è quella accovaciata con angolazione di 35 gradi, per intenderci quella tipica del “primitivo” in tuta di acetato. In questa posizione la muscolatura perianale si rilassa, il colon si allarga e permette allo sfintere di lavorare a modo e svolgere a puntino il suo compito, regalandoci un taglio netto a prova di “tarzanello”. Certo, questa posizione, oltre ad apparire scomoda potrà intimorire per gli eventuali costi di sostituzione tazza con turca. Niente di più sbagliato!! Potete scervellarvi all’infinito per capire come fare la cacca. Ma la verità è che potete continuare a farla tutta tranquilli e beati sulla vostra tazza: basta mettere uno sgabello sotto i propri piedi. Provare per credere!

Teo Rho

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