“Miglior prestazione umana sull’ora”, è un declassamento, ma mette comunque i brividi.
Stiamo parlando di ciclismo su pista, quello in cui un uomo, o una donna, è solo contro il tempo. Un tempo da battere, come una clessidra che inesorabilmente fa scendere un filo di sabbia, lentamente, sino all’ultimo granello. Sessanta minuti per completare in pista il tragitto più lungo possibile. 50km orari, con una bici da corsa, non è uno scherzo. Lo sa bene Francesco Moser che di fatica, in carriera, ne ha ‘fatta tanta’. Parole sue. Lo abbiamo incontrato a Riccione per uno shooting televisivo, promozione del territorio romagnolo sulle strade di Pantani.
Chi è Francesco Moser
Anzi, sulle salite del Pirata, quasi un omaggio da campione a campione. Francesco Moser, classe 1951, è uno dei boomer che i Millennial amano di più, anche se quelli della generazione Z forse conoscono meglio uno dei suoi figli, Ignazio del Grande Fratello Vip (eh sì, il nostro Francesco ha pure una nuora che si chiama Cecilia Rodriguez).
Perché ci ha fatto sognare con le sue imprese: due mondiali, uno su strada, l’altro su pista. Uno che sulle due ruote ha intrapreso una guerra personale contro il cronometro e che porta avanti da mezzo secolo, fin dai suoi primi passi nel mondo dei grandi del ciclismo. Tanto che nel 1994, sei anno dopo il ritiro, a 42 anni, ha sfiorato il nuovo record dell’ora facendo passare Ibrahimovic, trascinatore del Milan a 38 anni, un dilettante in quanto a longevità sportiva.
Le regole del ciclismo, ieri e oggi
Dicevamo della miglior ‘prestazione umana’, perché fatta con bici speciali e inizialmente non riconosciuta dalla federazione internazionale del ciclismo come record assoluto. Dettagli. Perché l’uomo e il campione non si discutono. Di questo e del futuro della bicicletta abbiamo parlato in un’incredibile pranzo sulle colline romagnole in un weekend di ‘mezza estate’. “Il mondo del ciclismo è cambiato – dice Francesco Moser -, ai miei tempi non c’erano i telefonini e tutta la tecnologia che c’è adesso. Oggi i corridori sono telecomandati dall’ammiraglia e se non fai quello che ti viene detto dal direttore sportivo rischi persino di essere messo a casa. Anche un tempo c’erano le riunioni pre-gara, ma sulla strada poi decidevi tu cosa fare, sapevi tu quando e se scattare, mentre adesso sull’ammiraglia (l’auto dello staff tecnico al seguito dei ciclisti professionisti, ndr.) hanno la televisione e i telefonini per parlare coi corridori. Ti dicono loro cosa fare e se fai di testa tua il giorno dopo vieni sostituito. Le squadre odierne hanno quasi 30 corridori, più del doppio di quando correvo io”.
Ciclismo su strada, il record dell’ora
Parliamo di record dell’ora, quell’impresa incredibile che stuzzica l’immaginifico di ogni Millennial. “Devi essere uno che va a cronometro, che guarda basso e pedala. Devi avere una tabella di marcia e mantenerla dall’inizio alla fine. Se programmi 20’’ al giro e in uno vai più piano, la tua corsa è già finita. E un’ora è lunga, anzi lunghissima. Devi arrivare al limite senza mai superarlo, perché sennò non arrivi in fondo”. Era il 1984 quando con una bicicletta speciale Moser riuscì a battere il record di Merckx, poi però la federazione internazionale cambiò idea e declassò quei primati mondiali a ‘prestazioni umane’ fatte su bici speciali. Poi però la sfida divenne meno interessante e si trovò un compromesso. Nulla a che vedere con le biciclette a pedalata assistita, forse il futuro delle due ruote. “Non mi vergogno a dirlo, dopo una certa età si possono usare. Sono bici da corsa con un aiuto elettrico. Se vuoi fare 100km o una salita impegnativa, con questi mezzi ci riesci altrimenti sei fregato. Persino io a volte la uso. Ripeto: non mi vergogno a dirlo e poi me lo posso pure permettere visto che di fatica ne ho fatta tanta, Io”.
Atleta | Distanza | Luogo | Data |
---|---|---|---|
Francesco Moser | 50,808 km | Città del Messico | 19 gennaio 1984 |
Francesco Moser | 51,151 km | Città del Messico | 23 gennaio 1984 |
Graeme Obree | 51,596 km | Hamar | 17 luglio 1993 |
Chris Boardman | 52,270 km | Bordeaux | 23 luglio 1993 |
Graeme Obree | 52,713 km | Bordeaux | 27 aprile 1994 |
Miguel Indurain | 53,040 km | Bordeaux | 2 settembre 1994 |
Tony Rominger | 53,832 km | Bordeaux | 22 ottobre 1994 |
Tony Rominger | 55,291 km | Bordeaux | 5 novembre 1994 |
Chris Boardman | 56,375 km | Manchester | 6 settembre 1996 |
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