Calcio italiano, la situazione è grave ma non è seria

23 Maggio 2022
1117 Visualizzazioni

Nella stagione che ha certificato l’assenza della Nazionale Italiana dai Campionati del Mondo per la seconda edizione consecutiva, anche nell’ultima giornata di campionato il calcio italiano ha fatto in modo di confermare il proprio status mediocre. Irreversibile?

Attenzione, si parla di calcio italiano ma in questo articolo non ci si riferisce alla qualità della serie A, al fatto che i campioni preferiscano andare in altre leghe o vengano da noi soltanto a svernare, così come da anni l’Italia non sforni un calciatore in grado di porsi all’altezza dei fuoriclasse internazionali. Queste sono realtà incontrovertibili. Ci sono almeno tre campionati – Premier League, Liga e Bundesliga – attualmente irraggiungibili, la stessa Ligue 1 marcia spedita nella sua crescita, persino la Liga Portugal continua a offrire ottimi giocatori e una qualità di gioco che deve far riflettere. I problemi, i tanti problemi sono a monte, sono problemi di sistema.

Il calcio italiano è invecchiato male

Tanti anni sono passati dai fasti degli anni novanta e dal Mondiale vinto nel 2006. Tra stadi obsoleti, dirigenti più macchiettistici che altro, tifoserie che con lo sport hanno molto poco a che fare e gestione dei diritti televisivi quantomeno rivedibile, il calcio italiano perde colpi come un hotel dal nobile passato ma dal presente assai decadente.

Basti pensare a quanti stadi siano di proprietà della società di serie A – con Milano e Roma da anni in attesa di dotarsene – alle norme che hanno consentito alla Salernitana di usufruire della promozione dalla B prima che fosse sciolto il nodo della multiproprietà di Lotito, una sceneggiata… laziale pronta a ripetersi a breve con De Laurentiis, il Napoli e il Bari, per tacere della gestione dei diritti tv che ha obbligato per tutta la stagione a una programmazione spezzatino per non rischiare di mandare in tilt le dirette di Dazn.

 

 

Un’ultima giornata (quasi) tutta da dimenticare

L’ultima giornata della serie A è stata lo specchio perfetto dello stato di crisi del calcio italiano. Un principio ineludibile – la contemporaneità delle partite – è stato ignobilmente disatteso per evitare di mandare in down la trasmissione delle dirette da parte di Dazn. Il tutto mentre alle 17 di ieri (domenica 21 maggio 2022) la Premier League diffondeva tutti i suoi incontri in contemporanea in tutto il mondo, mostrando stadi ultramoderni e una qualità e un’intensità di gioco a noi sconosciute.

Guardando il calcio inglese resta da chiedersi come mai i suoi calciatori non caschino mai a terra come tarantolati al primo contrasto e di conseguenza non ci siano mai tutte le interruzioni penose che si vedono in Serie A, la cui ultima giornata era iniziata all’ora di pranzo con la rissa tra i tifosi di Spezia e Napoli, che ha costretto la partita a fermarsi. Nemmeno nei campionati sudamericani di periferia, con tutto il rispetto per questi campionati. 

 

 

Maxischermi questi sconosciuti

Altra polemica abbastanza penosa ha riguardato la possibilità di allestire un maxischermo a Milano per permettere ai tifosi del Milan di vedere la partita contro il Sassuolo e che ha consegnato ai rossoneri il titolo di Campioni d’Italia. Un batti-e-ribatti via social tra il sindaco Sala e il governatore Fontana, con immancabili interventi di politici di ogni fazione e grado. Sia chiaro: le istituzioni, Sala in primis, hanno agito e comunicato con chiarezza le problematiche connesse a una iniziativa last minute di questo tipo, difficile dare loro torto.


La mancanza di spirito imprenditoriale

Quello che stupisce e deprime è la mancanza di visione e progettualità delle società italiane di calcio: a loro spetta(va) pensare a un’area dove allestire un maxischermo, un’area eventi con zone dedicate al food e al merchandising (stendiamo un velo pietoso anche sulla questione merchandising, ci torneremo): così complicato? O si deve sempre aspettare che ci pensino gli enti pubblici? Fornendo anche le forze dell’ordine? Un altro mistero, quest’ultimo: perché spetta allo Stato dover pagare per garantire l’ordine pubblico durante le partite di calcio? Se non è più così, saremo ben lieti di essere smentiti e di fare ammenda. Nel frattempo, non resta che chiudere questo articolo con uno dei celeberrimi aforismi di Ennio Flaiano: “la situazione è grave ma non è seria”.

Foto: Herbert Kilpin, fondatore del Milan Football and Cricket Club

 

Leggi anche:

Exit mobile version