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Eriksen, in futuro tutti i calciatori dovranno essere pronti e preparati come Kjaer

13 Giugno 2021
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La vita è fatta di attimi, il resto è un contorno in cui ambientarli.

Al minuto 42 di Euro 2020, Danimarca-Finlandia, accade l’imponderabile, l’impensabile, l’indesiderabile. Christian Eriksen si accascia al suolo in maniera innaturale e inspiegabile, è evidente che siamo di fronte al dramma.

Kjaer, difensore del Milan, compagno di nazionale di Eriksen, centrocampista interista, ci mette un attimo a comprendere la situazione. Un attimo dopo ha le mani nella bocca del collega per estrargli la lingua. Dirà poi che era l’unica cosa da fare per non farlo soffocare.

Il dramma di Eriksen agli Europei

È un attimo che inganna anche le telecamere pronte a filmare il dramma in diretta. Nessuno ancora ha messo go-pro al collo dei giocatori e allora la Danimarca pensa bene di fare scudo intorno al lembo di terra che accoglie Eriksen.

Un errore si dirà dopo che impedisce all’aria di circolare, un atto di amore si dirà anche per preservare la dignità e il dolore del collega ferito. Il pubblico spera per Eriksen ma morbosamente spera anche di assistere alla scena in tutta la sua crudeltà.

La compassione 3.0 non ha nulla a che fare col concetto di umanità, quello è andato perduto dal Grande Fratello in poi. È più una preghiera collettiva hegeliana, mista a voyeurismo pornografico che ci spinge a seguire il dramma.

Il futuro dei soccorsi in campo, il caso Eriksen

La verità è che il sistema di pronto intervento medico sanitario in ambito sportivo è di livello mostruoso. Defibrillatori di ultima generazione strappano Eriksen alla morte con un protocollo di rianimazione esemplare.

Eriksen va in coma, ma il cuore batte e il giocatore si riprenderà. Un miracolo che supera l’esito di qualsiasi evento sportivo. In futuro saranno i giocatori stessi a fare il corso di primo intervento, perché se il milanista Kjaer avesse praticato il massaggio cardiaco all’interista Eriksen avrebbe aumentato esponenzialmente le possibilità di salvare la vita al collega.

Gli altri casi di infarto a calciatori

Nella storia, casi simili, ce ne sono stati molti. Non si sarebbe salvato Astori, morto nel sonno, forse si sarebbe salvato Morosini, chissà. A Renato Curi, morto durante Perugia Juventus è intitolato lo stadio di Perugia, a Manfredonia non venne intitolato alcuno stadio perché si salvò miracolosamente pur smettendo di giocare a calcio.

I casi di cuore, infarti e problemi cardiaci sono molto presenti nel calcio e nello sport, ma in futuro con le nuove tecniche i miracoli Eriksen potrebbero essere sempre più numerosi.

Foto in copertina: Federazione danese

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