Le grandi rivalità calcistiche: partite che si giocano fuori dal campo

17 Maggio 2021
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«Molte persone credono che il calcio sia una questione di vita o di morte. Io non concordo con questa affermazione. Posso assicurarvi che si tratta di una questione molto, molto più importante».

Questa affermazione sintetizza al meglio che cosa significhi il calcio per tanti tifosi: una delle tante frasi pronunciate da Bill Shankly, epico manager del Liverpool dal 1959 al 1974 e divenuta da subito uno dei più celebri aforismi nella storia del football.

Altrettanto vero che il calcio sia la cosa più importante tra quelle meno importanti, come ama ripetere a più riprese Arrigo Sacchi, l’allenatore del Milan capace come pochi altri di cambiare storia e mentalità di questo sport.

Quando poi si affrontano squadre legate da rivalità che si trascinano dalla notte dei tempi, può succedere davvero di tutto: conflitti non sempre esclusivamente dialettici, che uniscono e dividono più generazioni, dove troppo spesso c’è scappato anche il morto.

Boomber e millennial, nonni e nipoti: tutti uniti o divisi appassionatamente, talvolta ferocemente. Non basterebbe un libro per raccontare le più grandi rivalità calcistiche, in questo articolo ci siamo limitati ad accennare a tre tra le rivalità più eclatanti.

 

Rivalità tra Millwall e West Ham

Il calcio l’hanno inventato i britannici, quindi la nostra carrellata non può che partire dalla rivalità tutta londinese tra Millwall e West Ham. Un derby dell’East End londinese, un odio nato perché negli anni venti i rispettivi tifosi erano su sponde opposte per motivi lavorativi e sindacali, poi sfociato in risse clamorose soprattutto negli anni ottanta, quando gli Hooligans terrorizzavano gli stadi tutta Europa.

I loro cori più affettuosi? «West Ham boys, we’ve got brains, we throw Millwall under trains» e «A West Ham fan must die to avenge him», quest’ultimo stampato in tanti volantini fatti trovare sui seggiolini dello stadio (settore ospiti, of course) dopo che un fan del Millwall era morto durante uno dei tanti scontri. Evitiamo la traduzione, il senso in entrambi i casi è abbastanza chiaro.

Per fortuna queste due squadre non si affrontano più dal 2012, militando in serie diverse e sperando non si incrocino nelle due coppe nazionali, così non è il caso di organizzare una partita amichevole, che di amichevole non avrebbe proprio niente. 

 

Superclásico Boca Juniors-River Plate

In un celeberrimo articolo del periodico britannico The Observer, il Superclásico Boca Juniors-River Plate è al primo posto in un’ideale classifica dei 50 eventi sportivi da vedere prima di morire. Il derby tra le due squadre di Buenos Aires viene vissuto dalle rispettive tifoserie con una visceralità senza eguali, sia dentro i rispettivi meravigliosi stadi (Bombonera e Monumental), sia fuori.

Tra gli esempi più recenti di tante, infinite follie peschiamo a caso: nel 2015 la gara di ritorno della Libertardores – la Champions League sudamericana – fu sospesa dopo il primo tempo perché i giocatori del River erano stati aggrediti con spray urticanti.

Niente in confronto a quanto accadde – sempre in Libertadores – nel 2018: si dovette giocare la gara di ritorno della finale a Madrid (!!!) perché gli ultras del River Plate bombardarono con bengala e tutto quello che trovarono per strada il bus che stava portando allo stadio il Boca. Non restò che spostare la partita in campo neutro, a più di 11mila chilometri di distanza. 

 

Derby di Belgrado, tra Stella Rossa e Partizan

Viene invece definito “večiti derbi” (il derby eterno) quello che a Belgrado mette di fronte la Stella Rossa e il Partizan: i loro tifosi si chiamano rispettivamente Delije, termine di origine ottomana che possiamo tradurre in giovani coraggiosi e Grobari, ovvero becchini, soprannome nato dai colori sociali del Partizan, assai simile alla loro divisa.

Nel 2000 la partita non durò nemmeno un minuto: fu sospesa per i troppi scontri e le troppe violenze sugli spalti. Tifosi che non si sono fermati nemmeno per la pandemia; lo scorso giugno erano in 25mila allo stadio per il derby che valeva la finale della Coppa di Serbia e non sono stati segnalati particolari incidenti, al massimo qualche focolaio.

Assai meno grave di quanto successo il 13 maggio 1990 durante Dinamo Zagabria-Stella Rossa: la partita passata alla storia per il calcio che Zvonimir Boban sferrò ad un poliziotto intento a picchiare un tifoso di casa. Da molti questo episodio viene considerato la causa prossima dell’imminente guerra dei Balcani.  Non era un derby, non era una stracittadina. Era molto di più. 

 

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