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Con Maradona se ne va un pezzo di noi Millennial

25 Novembre 2020
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Oh è morto Maradona! Hai sentito? Sapevi che stava male? Ma quando è successo? Incredulità, sgomento: fatichi a crederlo. Si sapeva fosse malato, di un ricovero su due piedi non so bene quando, ma di non molto tempo fa. Problemi di cuore, ma chi non li ha. No, se parli di Maradona che ha 60 anni, di quel Maradona che incantava il San Paolo, sai benissimo che non si sta parlando di problemi sentimentali.

Col Pibe de Oro, è sempre una vita al limite come insegna Vasco Rossi ai Millennial di fine anni settanta, tutto anni ottanta. Sai benissimo che c’entra la salute, eccome se c’entra la salute. Il Blasco diceva anche: “Bevi la Coca Cola che ti fa star bene”; se devi digerire forse, se devi digerire la vita forse anche opinabile. Le cronache hanno sempre parlato di una situazione personale non certo legata al benessere psicofisico. Balletti su Tiktok quantomeno discutibili, apparizioni pubbliche al limite del ‘barely legal all’incontrario’ e tasso alcolico nel sangue ben oltre il limite. L’impressione è che fosse talmente ubriaco di vita che qualunque cosa non gli bastasse mai. Come, purtroppo e forse, qualche marca di super alcolico, e di certo non beveva grappini dopo cena.

Con Maradona se ne va un pezzo di noi

Se ne va un pezzo di noi Millennial, lo dice la storia. Il mito degli anni 80-90 per il calcio, ma anche per il resto. Perché lui era la Rivoluzione al pari del Che (Guevara): si sono scritti libri, si sono fatti film, ci siamo fatti un film ogni volta che lo abbiamo visto giocare. Da quella prima inesorabile volta al San Paolo davanti a 80mila spettatori ma forse erano pure di più. Io ero bambino, voi non lo so, ma quella musica e quel palleggio infinito danzando col pallone, facendo l’amore con il pallone, mi lasciavano a me rincoglionito attonito davanti a mamma Rai senza un pensiero preciso, ma molta ammirazione.

Era divertimento allo stato puro, quando metteva su punizione la palla all’incrocio contro la Juve (serie A anno 1985) e a me da milanista convinto lasciava solo una gran rabbia: speravo che un giorno diventasse olandese. E a dire il vero un po’ di nazionalità le ha assaggiate dopo (vedi ad esempio il campionato in Messico come allenatore) a parte i Paesi Bassi, ma con Van Basten, Rijkard e Gullit non ci potevamo certo lamentare. Maradona raggiunge gli altri, purtroppo una bella schiera. Parliamo di Crujff ‘maledette sigarette’, di George Best ‘maledetta bellezza’ (la sua) e maledetto l’uso che il gallese ne aveva fatto (lo dice lui: fossi nato brutto nessuno si ricorderebbe di Pelé). Se Best ha fatto suo bacco tabacco venere, Maradona ha fatto suoi tutti gli altri (vedi Blasco lassù).

Bello (vi giuro che per molti lo è stato, anche esteticamente) e maledetto come quell’Argentina – Inghilterra del 1986. No vabbé date le Falkland agli inglesi al resto ci pensa Maradona che in un solo Mondiale, per altro vinto, ha fatto sua la mano de dios, il pide de or e il dies di tutti i tempi. Il tocco di mano più legale di sempre: per lui, piccolo Davide contro Golia, capace di arrivare a 1 e 90 e forse più per fare goal.

Me lo ricordo: ieri era ieri, oggi è come ieri, lo vedo adesso come fossi li di fianco a lui. Per noi piccoli calciatori era gol tutta la vita, non batti il sistema così per sentire l’arbitro che l’annulla (e infatti non lo fece). E allora prova a mettere il becco su questo, giacchetta nera: 100 metri di campo palla al piede seminando avversari come fosse Oliver Hutton; cartoni animati a parte, una roba del genere non l’hai più rivista. Anche perché Messi e Ronaldo sono più da videogame che da manga giapponesi, poco ma sicuro.

Lui no, lui era leggenda nel bene e nel male. Come quando la Rai lo chiama per Sanremo: non si può, è un evasore dicono i boomer. Dai ma si può, oh mamma oh mamma oh mamma ho visto Maradona, dicono i Millennial. Ha rubato, han rubato in tanti, chissene, vogliamo vedere Napoli gettarsi dai balconi, offrire sacrifici, strapparsi le vesti per il suo profeta.

“Ricordo Maradona contro l’Italia”

Come quando, era il ’90 e divise l’Italia. Ero in viaggio per Parigi, vacanza coi genitori, è sera, ci fermiamo alla frontiera: Italia-Argentina va vista in Italia. E Maradona non perdona, va in finale e piega l’Italia. Si dirà poi che gli servimmo la partita su un piatto d’argento, diciamo noi che l’abbiamo vista, era 50 e 50 (oh ma noi avevamo Baggio), di sicuro quell’Argentina non la voleva nessuno.

Come non la voleva nessuno nel ’94 quando Maradona corre davanti alla telecamera contro la Grecia, dopo un gol, l’ennesimo di una carriera fatta a singhiozzo per volontà di sua maestà non certo la nostra. Si dirà Efedrina, si dirà qualsiasi cosa, dopo la squalifica l’Argentina evaporò al Foxboro Stadium di Boston, l’Italia avanzò col pannolone sotto i pantaloncini e il Brasile meno divertente di tutti i tempi si prese la Coppa del Mondo per la quarta volta. Ah ma se ci fosse stato Maradona, allora sì, avremmo visto un altro film.

Maradona allenatore: delusione

Speravamo fosse lo stesso in panchina da allenatore. Ci provò eh, ma che delusione. D’altronde ma non s’è mai visto un dieci in panchina. Abituato al calcio giocato, difficile cambiare abitudini superati gli anta. Non troppa fortuna in abiti formali, e infatti l’abbiamo sempre visto in tuta. Come quando ingiustamente lo ritroviamo sbracato a Russia 2018 in tribuna a fare il tifo (per chi? Non si è nemmeno capito), ma non era più lui. Volto trasfigurato, l’idea di una vita sempre al limite, ben oltre quel limite umano di benessere e salute.

Bypass gastrici, disintossicazioni, cure di ogni tipo e il mondo che ancora non si ferma. 60 anni compiuti da poco (beh ma se c’è arrivato lui, allora forse eran tutte cazzate…). Eh no invece, la natura è matrigna e quello che dà, poi, a volte, si riprende. Anche stavolta troppo presto, circa le 17 in Italia, ore 13,02 in Argentina, Maradona non c’è più. Sento le dita vibrare all’unisono per chi come me, adesso, ne descrive il ricordo. Bravi voi se ci riuscite, io almeno ci ho provato. Sinceramente. Emozionato. Come quella prima volta davanti alla tv. Ah si, adesso la ricordo, la musica era Live is Life. Manco farlo apposta.

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