Nino Benvenuti, il pugile gentiluomo
Se il pugilato fu definito the noble art, merito è anche e soprattutto di pugili come Nino Benvenuti, classe 1938, passato come suol dirsi a miglior vita il 20 maggio 2025
Un uomo di frontiera
Giovanni Benvenuti detto Nino è stato un uomo di frontiera sin dalla sua nascita, avvenuta in quel di Isola, comune ed area che – per limitarci soltanto agli ultimi 100 anni – fu prima territorio austriaco, poi italiano, poi jugoslavo ed infine sloveno, passaggi per Isola tutt’altro che indolori, anche e soprattutto per le foibe nell’immediato dopoguerra. Nino Benvenuti si appassionò da subito al pugilato, sulle orme del padre: da adolescente iniziò ad allenarsi all’Accademia Pugilistica di Trieste, percorrendo ogni volta il tragitto da casa alla palestra – quasi 90 chilometri tra andata e ritorno – sempre in bicicletta.
Record su record
Dopo diversi titoli nazionali, nel 1960 la prima consacrazione: la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma nella categoria pesi welter, battendo in finale il sovietico Jurij Radonjak; si aggiudicò addirittura il titolo di pugile tecnicamente migliore del torneo, davanti persino a Cassius Clay. Fu poi Campione mondiale dei superwelter tra il 1965 e il 1966, europeo dei medi tra il 1965 e il 1967, e iridato dei medi tra il 1967 e il 1970. Passate alla storia la sua rivalità con Sandro Mazzinghi e soprattutto i match con lo statunitense Emile Griffith, questi ultimi rubricati come una autentica trilogia. Si ritirò nel 1971 con un 82 vittorie, 35 per KO, soltanto 7 sconfitte e 1 pareggio. Il più grande pugile italiano di sempre? Probabilmente sì, anche e soprattutto perché ai suoi tempi il pugilato era uno sport di altissimo livello, con una concorrenza spaventosa, non come adesso che è uno sport abbastanza sparito dai radar principali. Gli incontri di Benvenuti furono in grado di radunare 40mila persone allo stadio di San Siro in Milano e 18 milioni davanti alla tv per una diretta notturna da New York.
Campione dentro e fuori dal campo
Nino Benvenuti era il pugile gentiluomo, capace di colpire senza infierire e di vincere senza umiliare. La sua eleganza si estese ben oltre il ring. Attore, volto televisivo, commentatore: Benvenuti fu un personaggio completo, portando il pugilato nella cultura popolare italiana con uno stile sobrio e autentico. Anche dopo la fine della carriera, seppe restare protagonista, diventando ambasciatore dello sport e modello di etica sportiva. Sempre con il suo stile, identico dentro e fuori dal ring, prima, durante e dopo la sua carriera: questo distingue le icone dai fuoriclasse e dai campioni. Le icone sanno sempre come comportarsi e che cosa dire e soprattutto non dire dopo il ritiro dalle competizioni. In questo Nino Benvenuti non aveva rivali, abile a muoversi con la stessa eleganza sul ring e fuori dal ring. Perché i rivali – così come le proprie paure, i propri demoni e le proprie ossessioni – non sempre si battono con i guantoni da boxeur.