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Un anno sabbatico ogni sei anni: perché il segreto del benessere era già nella Torah

25 Gennaio 2021
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Si sente parlare spesso di anno sabbatico, cioè di quel periodo di pausa che molte persone decidono di prendersi nel corso della loro vita.

Ebbene, l’anno sabbatico è una scelta precisa che accompagna molti coraggiosi lavoratori. Ma soprattutto potrebbe diventare un vero e proprio stile di vita. 

Anno sabbatico: scelta vincente nel FIRE

Un recente articolo apparso sul Jewish Journal, a firma di Avi Peretz, racconta come un’intera esistenza improntata in funzione dell’anno sabbatico possa essere la scelta vincente, anche per i millennial.

Tutto parte dal fatto che si sta diffondendo un movimento, chiamato FIRE (acronimo inglese che sta per “Indipendenza finanziaria, pensionamento anticipato”), che sta prendendo piede tra i millennial. Si tratta di lavorare intensamente, risparmiare assai e investire in modo aggressivo per potersi ritirare dal lavoro ben prima dell’età della pensione, anche a attorno ai 40 anni. 

Avi Peretz suggerisce che anziché lavorare in questo modo una valida alternativa per godere appieno della vita nei suoi momenti migliori viene suggerita dalla Torah, il punto di riferimento per una vita autenticamente ebraica. E consiste nel prendersi l’anno sabbatico. Ma non un solo anno, bensì uno ogni sei. Perché in questo modo, quando si arriverà alla vecchiaia, si potrà dire di aver vissuta una vita “ben vissuta”. 

Significato di anno sabbatico nella Torah

Ma attenzione, l’anno sabbatico nel suo significato autentico non è da intendersi come il “gap year” di molti Paesi anglosassoni, durante il quale si viaggia o ci si prende tutte le libertà di cui si sente il bisogno. No, l’anno sabbatico ha un significato ben più profondo. Nella cultura e nella religione ebraica lo shabbat, il giorno di sabato, è il giorno del riposo che va rispettato in segno di devozione verso Dio che ha creato cielo e terra.

Nell’antichità l’anno sabbatico era quel periodo di dodici mesi ogni sei anni, durante il quale le terre riposavano, gli schiavi venivano liberati e i debiti condonati. Ancora oggi gli ebrei osservano il giorno di riposo, dedicando il loro tempo alla preghiera, alle visite ai famigliari, al riposo assoluto. 

Un anno sabbatico ogni 6 anni

Nel suo elogio di questo modo di vivere e lavorare, Peretz riferisce di una sua vecchia conoscenza, un ex giocatore di football. Dopo sei anni di calcio professionistico si è ritirato e si è preso un anno per pianificare i suoi successivi sei anni di lavoro. Ha risparmiato per due anni prima di prendersi l’anno sabbatico, durante il quale ha scelto di vivere vicino a una spiaggia della California per potersi dedicare al surf.

In quei 12 mesi ha maturato la convinzione che per i successivi sei anni avrebbe potuto vivere vendendo case nella zona. E così ha fatto. Successivamente, quando la famiglia si è allargata, ha investito l’anno sabbatico successivo nello stare con i figli in montagna, insegnando loro a pescare. Una vita che lo ha poi portato ad avviare un’attività legata al backcountry. 

Insomma, forse è meglio ispirarsi alla Torah e vivere appieno i migliori anni della nostra vita anziché lavorare come dei dannati per andare in pensione anticipatamente, avendo tanto tempo a disposizione ma senza la certezza di avere le forze per poterlo godere. 

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