Essere un disadattato è ormai un vanto. Se odi la discoteca sei un giusto

22 Marzo 2019
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Genealogia della morale in discoteca. Ovvero, da quando essere disadattato è diventato virtù.

Più irritanti dei boomerang su Instagram e del volantinaggio fuori dalle università c’è solo chi sente troppo spesso la necessità di sottolineare quanto poco ami le feste. Fosse un atteggiamento poco comune, circoscritto a frange della popolazione emarginate, il fastidio sarebbe molto più contenuto.

Al contrario, da oltre un decennio, è diventato di buon costume vantarsi della propria inettitudine sociale e della noia per gli ambienti affollati. Essere disadattato, che gran figata.

Un luogo comune diffusosi capillarmente, tanto che ormai essere socialmente attivi e apprezzare i luoghi dove sfogare il proprio istinto dionisiaco, come appunto le discoteche, diventa oggetto di scherno.

L’Essere Disadattato, al pari di un fedele cristiano secondo Nietzsche nella sua Genealogia della morale, propugna valori anti-vitali, assurgendo a moralità il suo naturale disprezzo per locali e situazioni di invasatura collettiva.

Contro questa morale degli schiavi, che vede superiori coloro che hanno visto tutte le serie tv e giocato a tutti i videogiochi piuttosto che farsi una birretta in piazza, balliamo a cuor leggero a ritmo de Il Pagante e lasciamo che ci prendano per pazzi coloro che non possono sentire la musica.

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