Si chiama generazione Ryanair e viaggia, lavora e vive dove le pare

18 Marzo 2022
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Chi non ha mai sognato, almeno una volta nella vita, di poter lavorare da (letteralmente) ovunque? Riavvolgiamo il nastro e torniamo indietro di vent’anni, il privilegio di girare il mondo e guadagnarsi da vivere era precluso a pochi: giornalisti, atleti, artisti e musicisti. Bisognava essere creativi e intraprendenti per vivere con un biglietto dell’aereo sempre in mano. Cosa è cambiato oggi? Tutto o quasi. Nel 2022 espressioni come generazione Ryanair, nomadi digitali o South-working sono entrate nell’immaginario collettivo e raccontano – da diverse sfumature – un concetto comune: la possibilità di poter lavorare con orari flessibili in qualsiasi parte del pianeta.

Il nomadismo dunque è diventato 2.0. A rifiutare la routine da ufficio sono soprattutto i Millennial e la Generazione Z, che hanno invece deciso di abbracciare una vita freelance, senza gli obblighi del tanto agognato “posto fisso” (che piace ancora molto alla generazione dei Baby boomer). La pandemia ha accelerato un processo già iniziato nella seconda metà degli Anni 2000. Solo nel 2016 il sito “location independent”, una guida su come diventare moderni viaggiatori-lavoratori, contava circa 15 milioni di visitatori al mese. In America la “wireless generation” (senza fili) era molto più di un trend, secondo Forester Research contava circa 63 milioni di lavoratori. Una media di un americano su cinque non lavorava più dall’ufficio. E oggi?

Per la generazione Ryanair spostarsi e viaggiare, un gioco da ragazzi

In Europa, i viaggi low cost venduti dalla compagnia irlandese Ryanair hanno permesso ai millennial (sempre al verde) di potersi muovere senza troppe preoccupazioni oltre i confini nazionali. Volare da Milano a Copenaghen, o da Madrid a Berlino è diventato semplicissimo ed economico. Dopo il blocco causato dalla pandemia, i giovani sono tornati a fare le valigie e si sono rimessi a viaggiare, anche grazie alla possibilità di poter lavorare comodamente da remoto.

In uno studio condotto da HelloHybrid emerge la volontà di non tornare in ufficio (al massimo in modalità ibrida). I giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni chiedono che almeno tre giorni alla settimana vengano svolti in modalità smart working. Anche la Gen Z la pensa allo stesso modo, ma vorrebbe che le attività chiave dell’ufficio (socializzazione, formazione e la presenza di un tutor) non venissero comunque meno. C’è infine un ultimo fattore importante che permette alla cosiddetta Generazione Ryanair di essere così nomade: in tutta Europa, e soprattutto nei paesi dell’Unione, sono nate una serie di piattaforme che permettono scambi lavorativi e culturali senza alcuna difficoltà.

Che cosa succede in Italia e cos’è il South Working

L’Italia non è da meno, anzi, ha sviluppato un fenomeno che sembra avere grandi potenziali di crescita e una forte presa tra i giovani: il South Working. Nel 2020, per rispondere ai problemi causati dalla pandemia e colmare il divario economico, è nato un progetto dedicato a chi ha deciso di abbandonare il Nord Itala per trasferirsi nel Mezzogiorno. “Lavorare in maniera agile dal Sud e dalle aree marginalizzate del Paese produce effetti positivi per tutte le parti coinvolte – si legge su southworking.org – aumenta la produttività di lavoratori e aziende, permette una più alta qualità della vita percepita e costituisce un’occasione di rilancio per questi territori”.

Le tre parole chiave sono: digitale, mobilità e sociale. Per permettere ai nomadi 2.0 di poter lavorare comodamente seduti davanti al Mar Mediterraneo servono connessioni veloci, una mobilità circolare (che permetta comunque l’accesso a stazioni e aeroporti), e infrastrutture sociali, che favoriscano l’aggregazione e la nascita di nuovi network lavorativi. I fondatori di South Working hanno capito le potenzialità del territorio in cui vivono, e stanno puntando su questi tre fattori per ridare vita al Mezzogiorno. L’altra forza dell’associazione? I suoi fondatori: giovani professionisti, manager, e accademici provenienti dal Sud, che hanno abbandonato casa per seguire le proprie ambizioni. E poi tornare alle origini, in un modo completamente nuovo e originale: “Oggi – scrivono – siamo uniti dalla voglia di poter lavorare da dove vogliamo”.

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