Gli influencer americani amano la mozzarella di bufala Made in Italy
Made in Italy in cerca di nuovi volti?
La mozzarella di bufala è il cibo più amato da millennial e influencer americani, che armati di smartphone hanno dato vita a un vero e proprio storytelling legato al territorio italiano. Non solo: l’oro bianco della Campania orienta i consumi in Stati Uniti, Canada e Messico grazie all’amore che gli influencer nutrono per questo delizioso formaggio, unica mozzarella a potersi fregiare della Dop. Seguono la pasta fresca e il gorgonzola.
Influencer, nuovi ambassador del Made in Italy
Grazie a questi straordinari cibi, quindi, i nuovi guru delle mode e delle tendenze in giro per il pianeta, diventano ambasciatori di quel Made in Italy che mette tutti d’accordo. Vale per il formaggio, e vale per tutti gli altri cibi e vini. Basti pensare che nell’anno 2020, quello che ha confinato in casa gli italiani, i consumi di pasta, considerato il comfort food per eccellenza, sono aumentati del 10%.
Che questi prodotti siano sul podio come cibi preferiti da millennial e influencer a Stelle e Strisce lo dice già da tempo una ricerca condotta da Assocamerestero, l’Associazione delle 78 Camere di Commercio italiane presenti in 54 paesi del mondo, che ha coinvolto 550 influencer del food & wine. E si tratta di una tendenza che dura da un paio di anni.
L’agroalimentare è il settore top del Made in Italy
Segno che l’eccellenza dell’agroalimentare italiano è uno dei settori su cui puntare per rilanciare l’economia e la reputazione del nostro Paese nel mondo. Anche perché fa da traino alla promozione del territorio, elemento fondamentale per ridare linfa vitale al turismo, agonizzante in epoca di pandemia.
Cibo e vino, infatti, sono due elementi che stanno facendo viaggiare, specialmente gli italiani, anche in questo periodo così difficile. Una riscoperta, giocoforza, dei tesori del BelPaese che ha generato turisti del gusto, esperti assaggiatori ed estimatori dei prodotti tipici italiani.
I social sono un canale privilegiato per lo storytelling
Ecco che diventa importante l’aspetto della narrazione, che attraverso i social vede un canale privilegiato. E gli influencer sono i migliori megafoni di un messaggio che parla alle nuove generazioni, per aiutarle a scoprire luoghi, gusti, tradizioni, sapori che fanno parte dell’identità di un popolo.
Le aziende dell’agroalimentare pare l’abbiano capito e abbiano deciso di giocare la carta social, puntando su campagne di advertising mediate da influencer di spessore. Così il consorzio Chianti è sbarcato in Russia, grazie ai profili dei 10 instagrammer più seguiti, che possono raggiungere fino a 3 milioni di potenziali consumatori.
Quando i movimenti delle persone torneranno a essere liberi (perché prima o poi così sarà) c’è da scommettere che saranno in molti a scegliere di vivere l’esperienza enoturistica italiana, uno dei motori del Paese.
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