Inaugurazione locali milanesi: grandine e selector vs ormone. Chi ha vinto?

19 Settembre 2017
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I temporali del fine settimana non hanno fermato i Fedeli della Notte. I locali milanesi hanno inaugurato comunque.

Con passo sicuro e deciso, tacchi esperti ed affilati ne hanno battuto i percorsi di rito, incuranti di pozzanghere e grandine.

Un fine settimana che è stato un must in città: venerdì hanno inaugurato la stagione La Boum ed il Volt, sabato lo storico Plastic.

La Boum è certamente il fenomeno mondano recente più affascinante nel panorama dei locali milanesi. Serata più gay che friendly, è iniziata quasi in sordina un paio di anni fa, di giovedì sera, nella balera Arizona in via Battaglia, piazzale Loreto. Era un percorso iniziatico più che una serata in discoteca. La prima prova era capire dove fosse. Avendo assodato che l’indirizzo era quello giusto, iniziavano i dubbi di fronte all’ingresso: “Ma sto andando a ballare il liscio con zia Susi o ad una serata alternativa?”. Alla porta si incontrava lo sguardo, sornione ma severo, di Diego, il selector. Dopo qualche parola di rito si era rassicurati che quello fosse il posto giusto. All’interno però prendeva il sopravvento lo sconcerto: ci si ritrovava proprio in una balera affollata di coppiette di mezza età che facevano piroette con passo più esperto della Cuccarini. Tale sconcerto era però reciproco: gli avventori della serata La Boum non pensavano esistessero questi adepti di Tersicore e questi ultimi, d’altra parte, erano basiti a vedere quali colorati e strani personaggi invadessero il loro territorio sul fare della mezzanotte.

 

Dopo un po’, si realizzava che in fondo alla pista si sarebbe dovuti passare attraverso pesanti tendaggi rossi per giungere nel santa sanctorum de La Boum, ossia una saletta separata, dove la serata vera aveva luogo. Il successo è stato tale che gli organizzatori hanno deciso, dallo scorso anno, di spostare l’appuntamento al venerdì e la stanzetta, diventata totalmente insufficiente, è stata sostituita dalla sala grande della balera stessa.

Non c’è stata però la cacciata degli attempati professionisti del liscio, anzi, serata dopo serata le due tribù si sono via via mischiate, tanto che alcuni giovani sono diventati provetti ballerini imparando i passi dalle volenterose e divertite signore che li invitavano a ballare.

 

Per il salotto fashion è diventato l’appuntamento immancabile tra i locali milanesi. Vi hanno festeggiato compleanni ed eventi tanti del Gotha della Modah, in piena riservatezza e nella saletta delle tende rosse.

Molti non sono partiti il weekend scorso per poter presenziare al battesimo della nuova stagione. Il locale in effetti dall’una e mezza era davvero strapieno, Diego in fondo è un buono e non se l’è sentita di ricacciare tutti sotto il diluvio, la fila può essere anche di parecchie decine di metri. La parte più surreale della serata è stata, come sempre, quella “mista” dalle 23 a mezzanotte e mezza circa.

Ambiente completamente diverso è quello del venerdì del Volt, in via Molino delle Armi. Serata iniziata un anno fa e partita subito “col botto”. Attesissima è stata quindi l’apertura di venerdì. Molti sono stati indecisi se andare qui o a La Boum, io, nel dubbio, sono andato ad entrambi.

Il Volt è decisamente un locale frequentato da “belle e belli”. Ciò è certamente dovuto alla, altrettanto bella, pr Martina Castoldi.

 

Martina sfoggia dei look forse tratti dai quadri di Dalì e si aggira sempre per i locali milanesi con un codazzo di modelli/amici/amiche di livello estetico decisamente notevole.

Venerdì sono arrivato abbastanza tardi e c’era ancora una lunga fila di persone che sfidavano la pioggia incessante pur di entrare, in maggioranza senza riuscirvi. Non a caso quasi tutti i commenti negativi che ho letto sui social sono di persone che sono rimaste fuori in passato più che di persone che abbiano effettivamente partecipato ad una serata.

Il look è volutamente underground ma vi è una certa “classe” di fondo assente in altre serate milanesi, probabilmente più “wanna-be”.

 

Sabato sera il Plastic l’ha fatta da padrone, anche un po’ a sorpresa visto che tanti erano già andati il giorno prima a La Boum. Sul locale storico milanese (Plastic Palace di via Gargano) non c’è molto da aggiungere a tutti gli articoli, filmati, mostre, etc che sono stati fatti in questi decenni. E’ uno dei pochi locali internazionali di Milano, ci sono stati Elton John, Andy Warhol, Keith Haring, Freddie Mercury, Prince, Madonna, Paul Young, Bruce Springsteen. La Milano della moda e della trasgressione qui si mescola alla Milano bene.

Anche in questo caso la tempesta di grandine ed il crollo della temperatura della sera non hanno scoraggiato i nottambuli. In massa sono rimasti anche un’ora fuori con l’ombrello per poter entrare.

Vincenzo alla porta è stato molto deciso nel blocco degli ingressi e tantissimi hanno rinunciato, scelta necessaria perché all’interno il locale era completo ma ancora vivibile.

 

Anche al Plastic, come a La Boum, vi è un percorso iniziatico, o meglio direi dantesco. La parte più dura è certamente, appunto, entrarvi. La prima saletta che si incontra è quella del Varietà. Qui la magistra è la Stryxia. Diventata icona pop di una certa Milano, ha dato origine a un trend musicale e ad uno stile che continuano a fare presa su tutti dalla fine degli anni ’90. La vera prova in questa saletta è riuscire a starci in quanto, purtroppo, è la più piccola e affollata del locale. La sala principale è certamente più ariosa e ampia e, attraversandola, si arriva al cosiddetto “privè Guiducci”. Piuttosto difficile entrarvi visto che si deve essere “riconosciuti” da un selector che scruta da un piccolo finestrino sulla porta, cosa abbastanza complessa per chi non vi sia andato di recente. L’atmosfera all’interno è più rilassata che nel resto del locale e la musica è più soft, la potremmo definire l’area social.

Alla domanda “Chi c’era?”, risponderei “Tutti”. Una risposta deprecabile e senza senso in realtà, forzatamente snob, ma molto usata nelle mondanità. “Tutti chi?” si dovrebbe giustamente obiettare.

Milano si conferma certamente la città più divertente d’Italia, complici i tanti studenti e l’alta percentuale di single di ogni età (di poco al di sotto dei 400mila). Senza contare inoltre le persone di passaggio e i residenti temporanei.

Se nel mercato c’è una certa domanda si produce immediatamente l’offerta che la soddisfi, nel caso specifico il “prodotto” dei locali milanesi è l’intrattenimento.

 

 

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