Deputato bacia le tette di una donna in diretta webcam, ma quel video ci insegna qualcosa

1 Ottobre 2020
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Immaginate questa scena.

La Camera dei deputati italiani sta discutendo su come poter allungare ulteriormente l’età pensionabile e renderla sempre più una chimera per noi millennial. La riunione avviene in una stanza virtuale per via delle misure adottate per contenere al meglio la nuova ondata di contagi da coronavirus. Alcuni deputati, incluso il presidente della Camera Roberto Fico, sono a Montecitorio, mentre gli altri sono collegati in videochiamata.

In un attimo, gli occhi di tutti i partecipanti alla videoconferenza vengono attratti dallo schermo di uno dei loro colleghi. Non è da solo. Da alcuni minuti è accompagnato da una bella ragazza bionda. I due sembrano essere molto in confidenza, tanto che lei si è seduta sulle sue gambe. Dietro la coppia, sulla parete, c’è una bandiera tricolore, e voi pensate: “Ah, che bello il patriottismo dei nostri rappresentati”. Ma, un attimo. Il deputato sta accarezzando la donna con insistenza. I due si sussurrano qualcosa mentre lui continua a palpeggiarla. “Che sta succedendo?”, pensate. Ma non fate in tempo a realizzare e il deputato è attaccato al seno della bionda. La sta leccando, dopo che con frettolosa voglia le aveva abbassato la bretellina della canotta. La bacia.

‘Sesso’ nel parlamento, il deputato lascia

Quella che sarebbe un’interessante intro di un film porno-istituzionale è una storia successa veramente. Non in Italia ma in Argentina, e per questo i cognomi dei protagonisti reali restano lo stesso italiani. C’è Juan Ameri, la star da copertina. E c’è pure il presidente della Camera, Sergio Massa, che ha prima sospeso il deputato e poi ha dovuto accettare le sue dimissioni dal ruolo.

Il fatto è che se Ameri, 47 anni, fosse stato un Radicale pronto alla battaglia e la sua fosse stata solo una messa in scena per fare ‘bordello’ e chiedere che so, l’apertura della case chiuse o la liberalizzazione dei gesti d’amore in luogo pubblico, depenalizzando l’atto osceno tra due consenzienti, avrebbe avuto tutto un minimo di senso. E invece no. E lo ha detto lui stesso in alcune dichiarazioni alla radio che forse era meglio non fare.

Webcam dimenticata accesa: il video

“Eravamo convinti – ha detto – che la connessione internet fosse caduta. Provo molta vergogna. In tutte le zone interne del paese la rete è molto scarsa. Durante il dibattito mi era già saltata. Internet è tornato precisamente quando la mia compagna era uscita dal bagno. Le avevo chiesto come le fossero venute le protesi. Già che dieci giorni fa si è rifatta il seno. Le ho chiesto se potevo darle un bacio e gliel’ho dato nelle tette. Tutto qui”.

Insomma un errore di valutazione che non ha fermato l’inevitabile ondata di meme ironici sul deputato. Lo stesso che in passato era stato accusato di molestie da una ragazzina dopo la sua vittoria alle elezioni. Una giovane impegnata con il suo partito – “El Aguante de Salta” – raccontò che Ameri era un “tipo schifoso, maschilista e molestatore”. E quando lei aveva 17 anni aveva dovuto sopportare molestie fisiche e psicologiche da parte sua. Accuse che non erano bastate per mettere la parola fine sulla carriera politica di Ameri, che invece oggi sa di capitolo finale.

Il personaggio Ameri nasce come ultrà del River Plate. Dopo aver perso un occhio per un proiettile di gomma durante alcuni scontri con la polizia di Buenos Aires nel 2001, durante un super classico contro il Boca Juniors, il club prova a ‘sdebitarsi’ assumendolo nel settore marketing. Da allora la sua vita prende un’altra piega che lo porta fino al video della sua webcam rimasta accesa inconsapevolmente e a quella tetta col silicone da testare.

Il futuro è la gaffe in video conferenza

Scene come quella di Ameri potrebbero diventare del tutto comuni nella nuova era post pandemia. E insegnaci qualcosa sul nostro futuro. Non succederà sempre al parlamento, chiaro, ma le gaffe con le videocamere attivate inconsapevolmente – e in parte già lo abbiamo visto durante la prima quarantena – diventeranno sempre più la normalità.

Un modo come un altro per spezzare la monotonia di quelle conferenze infinite che non offrono la possibilità di switchare su altri siti. Ben vengano quindi i manager, i professori, i colleghi, i direttori e i parlamentari preistorici che non sanno usare le piattaforme di teleconferenze. Noi millennial – se restiamo dalla parte del pubblico, certamente – ve ne saremo grati.

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