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“Attenzione pickpocket!”: dalla denuncia al trend virale su TikTok, ma va davvero bene?

3 Agosto 2023
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«Attenzione pickpocket!» è LA voce diventata virale sui social, la stessa che denuncia gli scippi a Venezia. Dietro quella voce c’è Monica Poli, membro dell’associazione Cittadini non distratti e attivissima in politica. La sua è una denuncia sociale che parte dalla sua città ma arriva anche in altri capoluoghi italiani. Dalla denuncia, però, siamo passati al trend di TikTok, oltre che al New York Times. What happened?

Quella che era partita come una denuncia sociale (discutibile per molte persone), nel corso di breve tempo è diventata un trend social. Dal sociale al social in men che non si dica: la voce di Monica Poli e il suo urlo contro le borseggiatrici di Venezia ha raggiunto più parti del mondo. «Attenzione pickpocket, attenzione borseggiatrici!», è questa la frase nota al popolo online e che è anche diventata un remix (il dj brasiliano Alok lo ha utilizzato in un suo remix al Tomorrowland).

Probabilmente Monica Poli questo non se lo sarebbe mai aspettato, ma la sua voce è diventata un trend viralissimo su TikTok. Per farvi capire meglio l’hype che ha avuto: l’audio in questione è arrivato fino all’account dell’NBA, è stato utilizzato da Rihanna per il lancio di un nuovo prodotto della sua linea di cosmetici e, udite udite, ne ha anche parlato il New York Times.

L’audio è in trend, ma la denuncia funziona davvero?

Quando parliamo di trend di TikTok l’unica cosa che viene in mente è solamente una: diventare virali e sperare nella magia dell’algoritmo. Basta fare un giro sul social per rendersi conto che nella maggior parte dei casi non importa quale sia l’audio, basta fare views. Quello di Monica Poli nasce come audio con un obiettivo, ma è presto diventato un audio utilizzato solo per la sua viralità. Quanti sono i video che hanno in sottofondo «Attenzione pickpocket, attenzione borseggiatrici», ma non c’entrano nulla con il contenuto? Una marea.

Sicuramente non è la prima volta che accade, anzi, ma questo caso specifico ci ha mostrato con grande chiarezza che molto spesso (se non sempre) non importa del contenuto: importa della copertura di un contenuto, di un like in più, di un salvataggio o di un commento. Effettivamente fa anche sorridere, ma fa anche tremendamente riflettere: «Attenzione borseggiatrici» mentre si mostra un nuovo prodotto di make-up, è così che funziona.

«Attenzione pickpocket, attenzione borseggiatrici!»: il grido d’allarme mette in guardia i turisti, ma ha dei difetti nel modus operandi

L’intento di Poli è quello di provare a bloccare il fenomeno delle borseggiatrici a Venezia (ma ricordiamo anche i casi della metropolitana di Milano tanto seguiti da Striscia la Notizia): la consigliera comunale leghista va in giro per la città riprendendo con il suo smartphone le donne incriminate e urlando quello che oggi è a tutti gli effetti uno slogan in modo tale che tutti e tutte la sentano.

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Se da una parte sono molte le persone che la ringraziano attivamente per il suo impegno, definendola anche “eroina“, sono altrettante le persone che non ritengono tale modus operandi giusto ed efficace. Tra diagnosi fai da te e tuttologi, ora TikTok pare essere diventato il portale della giustizia home-made. In casi come questo, infatti, bisogna prestare una grande attenzione, specialmente quando si tratta di riprese, di privacy e di situazioni che potrebbero sfociare in atti di violenza non giustificati.

Non è che stiamo mischiando un po’ troppo la realtà per com’è davvero al desiderio di sdrammatizzare? Sì alla leggerezza, sì ai meme, sì al trash, sì ai trend virali, ma non è il caso di provare a distinguere ciò che è davvero un problema, con ciò che effettivamente può essere trasformato in qualcosa di divertente?

Let’s think about it.

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