Così i social network stanno cambiando il mondo del calcio

18 Marzo 2021
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Se le Coppe Europee hanno una volta di più certificato l’inconsistenza del calcio italiano in ambito internazionale, anche per quanto riguarda i social network la disparità di forze è decisamente marcata. I follower non dicono tutto, ma dicono molto e sono uno specchio piuttosto attendibile della forza e del fatturato delle società calcistiche.

Le statistiche non mentono quasi mai: la somma combinata dei follower su Facebook, YouTube, Instagram, Twitter e TikTok vede al primo posto Real Madrid (252 milioni di fan), seguito dal Barcellona (250), Manchester United (142), Juventus (104, numeri cresciuti clamorosamente con l’arrivo di Cristiano Ronaldo), Chelsea, Liverpool, PSG, Bayern Monaco, Manchester City e Arsenal.

Le squadre di calcio con più follower e più ricche

I primi tre posti coincidono con la classifica dei club più ricchi del mondo, redatta dal periodico economico finanziario Forbes, specializzato nello stilare questo tipo di chart per un’infinità di categorie. Non si tratta – evidentemente – di un caso.


Sia chiaro: queste classifiche non portano nessuna vittoria né tantomeno nessun trofeo, ma rappresentano un biglietto da visita fondamentale per gli sponsor, oltre ad essere un sistema molto efficace per tenere unita la propria community di tifosi, mai come in queste ultime due stagioni sfiancata dall’impossibilità di andare allo stadio a seguire la propria squadra del cuore.

La community dei tifosi che amano gli highlights

Tifosi sempre meno propensi – millennial per primi – a seguire una partita di calcio per tutta la sua durata, stesso problema che sta investendo in maniera più grave la Formula Uno e il Tennis. Il vero tifoso di qualsiasi generazione non rinuncerà mai a vedersi le partite del proprio team, ma un gran numero di appassionati si sta sempre più dirigendo altrove: e-sports, contenuti liofilizzati come gli highlights, interazioni di ogni ordine e grado.

Per questo motivo le piattaforme social sono sempre più invase di contenuti veloci ed essenziali, anche perché il grado di attenzione dei millennial e delle generazioni successive si riduce sempre più, bombardati come si è da continui alert del telefonino, come se si fosse la pallina di un flipper che non sa più dove andare a sbattere.

Il vero avversario del calcio è Fortnite

Già ad inizio 2019 Peter Moore, Ceo del Liverpool FC lanciava l’allarme in diverse interviste, paventando che il vero rivale del team non fossero le altre squadre in Premier o in Champions, bensì il videogioco Fortnite: «Per un millennial 90 minuti sono troppi per starsene seduto a guardare una partita – ha dichiarato a più riprese – se non pensiamo a contenuti di 60/90 secondi rischiamo di allontanare le generazioni presenti e future dal calcio. In una giornata di 24 ore ci sono troppe alternative per il proprio tempo libero, in molti preferiscono sempre più Fortnite al football».

Riformare il calcio per i like sui social e non solo

Il paradosso è spiegato con un’altra statistica: diminuisce l’audience delle partite, ma aumenta la fan base e questo spiega una volta di più l’importanza dei social network. Riformare il calcio è abbastanza complicato: l’introduzione del VAR ha creato più problemi invece che risolverli, così come è abbastanza improbabile si arrivi al tempo effettivo e si riformi il fuorigioco, concedendolo soltanto quando ci sia “luce” (ovvero spazio fisico) tra difensore e l’attaccante lanciato in gol.

Senza dimenticare che i giovani si affezionano sempre più al singolo giocatore e non necessariamente tifano per una squadra della propria nazione, nemmeno della propria città: fattori che possono creare disaffezione, una volta che il Messi o il Ronaldo di turno si ritirino. Il calcio saprà sicuramente reinventarsi e gli stadi torneranno a riempirsi più di prima quando saranno riaperti al pubblico.

La frase dello scrittore uruguagio Eduardo Galeano («come spiegherei ad un bambino che cosa sia la felicità? Gli darei un pallone per farlo giocare») avrà sempre il valore di un postulato, ma è giunto il tempo di trovare modalità che permettano al gioco più amato del mondo di sconfiggere videogames, realtà virtuali, serie tv e tutto quanto convive nei nostri device. Meglio ancora? Allearsi con loro una volta per tutte. 

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