Capitan America potrebbe avere un nuovo nemico invisibile

21 Marzo 2021
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Tempi duri per i supereroi, tirati per il mantello o per le loro armature in tante cause più o meno valide, come se già non avessero il loro bel daffare nel combattere i cattivoni che vogliono distruggere l’universo e non dovessero fare gli straordinari tra film, spin-off, prequel, sequel, serie tv, albi speciali, videogiochi e merchandising.

Sia chiaro, eterna gratitudine da parte di boomer, generazione X, millennial e post-millennial alla Walt Disney Company per aver acquistato la Marvel Entertainment nel lontano 31 dicembre 2009. Un’operazione da 4 miliardi di dollari che si ripagherà in eterno, basti che pensare che il solo film “Avengers Endgame” ha incassato l’astronomica cifra di oltre 2 miliardi e 700 milioni di dollari. Eterna gratitudine perché con questa acquisizione i vari Uomo Ragno, Thor e Hulk hanno arrestato la loro caduta che sembrava irreversibile e sono letteralmente rinati a nuova vita.

I supereroi Marvel ribelli o politicamente corretti

Di sicuro la fan base intergenerazionale dei supereroi non aspettava altro, ovvero contenuti spettacolari di assoluta qualità, accompagnati da campagne di marketing e strategie comunicazionali sempre più allineate al politicamente corretto e alle varie battaglie che da tempo stanno scuotendo l’opinione pubblica americana e di conseguenza il resto del mondo.

Così si spiega la scelta di produrre “Black Panther” – altro indiscutibile blockbuster cinematografico – quasi precursore della campagna “Black Live Matters”, ottima dimostrazione che era ora di smetterla di confinare i neri nei ruoli di criminali e assassini, come ebbe a dire il protagonista principale del film Chadwick Boseman, morto lo scorso anno a soltanto 43 anni dopo una lunga malattia.

Capitan America gay, Aaron Fischer

Come sempre il confine tra perorare una buona causa e le strategie promozionali è sottilissimo, basta come è noto il citatissimo battito d’ali della farfalla amazzonica per scatenare uno tsunami dall’altra parte del mondo. Un esempio recentissimo? L’annuncio che a giugno la casa di fumetti americana lancerà una miniserie per festeggiare gli 80 anni di Capitan America.

Cap sarà on the road negli States per ritrovare il suo scudo rubato e incontrerà persone che vedono in lui un punto di riferimento nel proteggere le loro comunità: tra i protagonisti annunciati, l’adolescente omossessuale Aaron Fischer, che per l’occasione sarà disegnato dalla trasgrender Jan Bazaldua. Una notizia che in rete è esplosa in maniera dirompente: se si digita Captain America Gay su Google escono 68.400.000 risultati.

 

Perché Capitan America gay

A scanso di ulteriori equivoci, ben vengano ribalte così importanti, se servono a ribadire concetti sacrosanti come evitare ogni forma di discriminazione e sostenere la parità di genere, senza dimenticare che con questa iniziativa la Marvel potrà scrollarsi definitivamente di dosso l’etichetta di “No Gays in The Marvel Universe”, che fu spoilerata da Wikileaks e scatenò un putiferio universale, al punto che Stan Lee in persona dovette spendersi in più interviste per rimettere le cose al loro posto.

Il padre di gran parte dei supereroi fu chiaro come non mai, in merito a razzismo e discriminazioni: «Spiderman lo abbiamo fatto bianco, quindi non vedo alcun motivo per cambiarlo (…) Nel mondo c’è posto per supereroi gay, di sicuro, ma anche qua non vedo alcuna ragione per cambiare le attitudini sessuali di un personaggio una volta che sono state definite. La stessa Pantera Nera non potrebbe certo essere o diventare svizzera».

 

 

Se si accettano le parole di Stan Lee, tutto torna nella sua giusta dimensione, altrimenti si rischia di passare da un estremo all’altro: nelle serie tv,  nel cacciare la direttrice di Vogue Teen per due tweet razzisti di quando era adolescente o a vietare la traduzione delle poesie di Amanda Gorman perché si è bianchi. Cancel culture e politicamente corretto sono i veri nemici più meno invisibili di supereroi e non. I giudici del web sbagliano da sempre nell’interpretare presente e futuro, salvo rifugiarsi in interpretazioni complottistiche ex post. Cerchino almeno di lasciar stare il passato.

 

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