La millennial più “disobbediente” d’Europa fa solo il suo dovere
Per Carola Rackete è arrivata l’archiviazione.
La capitana della nave Sea Watch, accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, Carola Rackete, è libera di continuare a fare il suo lavoro. Anzi il suo dovere. Carola è diventata un simbolo dei millennial attivamente impegnati nelle operazioni di salvataggio dei migranti alla deriva nel Mediterraneo .
Secondo il gip del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, Rackete non ha commesso alcun reato entrando in porto a Lampedusa con i naufraghi soccorsi in mare da Sea-Watch 3. “Carola Rackete ha agito nell’adempimento del dovere di salvataggio previsto dal diritto nazionale e internazionale del mare” si legge nel provvedimento di archiviazione.
I processi di Carola
Il nuovo procedimento riguardava la decisione di Rackete di entrare in acque territoriali nonostante il divieto di ingresso per il Decreto sicurezza firmato dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Quindi, all’accusa di rifiuto di obbedienza a nave da guerra si era aggiunta quella di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per avere fatto entrare sul territorio italiano i naufraghi a bordo, oltre 50, tra cui donne in stato di gravidanza e neonati, come riferisce l’Adnkronos.
«Quest’ennesima archiviazione abbatte il pretestuoso muro legislativo eretto da Salvini e, nelle sue motivazioni, conferma quanto già stabilito dalla Corte di Cassazione: soccorrere chi si trova in pericolo in mare e condurlo in un luogo sicuro è un dovere sancito dal diritto internazionale», commenta Sea Watch.
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