Cos’è il New Normal? È sinonimo di “quando tutto questo sarà finito”? Sì, basta che non ci rompiate i coglioni

12 Aprile 2020
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Ecco la parolina magica nata per definire le condizioni economiche dopo la crisi finanziaria del 2007-2008 e oggi rispolverata per il Covid-19

C’è una parola che spopola nelle videocall di questo periodo: New Normal. Che cacchio vuol dire? Che idealmente significhi come sarà la nostra nuova vita dopo il Coronavirus è abbastanza intuitivo, ma nello specifico che cosa intendano le aziende che ne fanno un uso costante nelle infografiche non si capisce. Al di là dell’intuizione, sareste in grado di spiegarlo a vostra madre?

Può anche succedere, ma è strano, che più di un dirigente millennial si ispiri alla serie tv New Normal. Dove i protagonisti David e Bryan coppia gay di Beverly Hills, hanno un grande desiderio: avere un figlio. Fertile e bisognosa di soldi, arriva Goldie che non è soltanto una madre surrogata per la coppia: David e Bryan diventano la  sua famiglia surrogata.

Più credibile che sia stata rispolverata la parolina magica del mondo del business nata per definire le condizioni finanziarie dopo la crisi finanziaria del 2007-2008 e delle conseguenze della recessione globale 2008-2012.

Quegli anni hanno portato il termine nel linguaggio comune per delineare uno scenario di profondo cambiamento negli schemi mentali ed economici.

Ma… c’è qualcosa che non va.

Allora il New Normal si basava sulla convinzione di economisti e politici che le industrie e i mercati sarebbero tornati ai livelli antecedenti dopo la crisi finanziaria. O a livelli simili con scostamenti minimi ma con in più una grande lezione di best practice.

Non andò proprio così, a meno che non si consideri normale ciò che è accaduto: di fatto il New Normal dopo la crisi finanziaria fu una grande presa per il culo: i poteri forti continuarono a fare i poteri forti, la finanza a speculare come in un casinò e l’Europa tornò a rifarsi i conti in tasca a vicenda. Il New Normal aveva sì riportato la normalità, ma quella peggiore.

La popolazione era indebitata, le persone depresse, le aziende chiudevano in una selezione darwiniana terribile o erano acquistate da multinazionali francesi e tedesche. Di New Normal c’erano soltanto più coppie di fatto riconosciute e famiglie arcobaleno come nella serie tv.

Dovremmo allora alzare le antenne oggi a sentire parlare di New Normal? Un po’ sì.

Intanto sarebbe interessante che i millennial prendessero sul serio l’idea del potere politico. Non perché gli altri siano peggio, ma solo perché è un fatto di responsabilità. Dobbiamo prendercela sta responsabilità, prima o poi, no?

D’altro canto abbiamo avuto negli ultimi anni più governi non eletti, la cui accettazione cozza con il concetto base di democrazia. I partiti politici, dopo lo tsunami di tangentopoli hanno creato una classe dirigente priva di senso, nella quale la sinistra fa la destra liberista e la destra sociale fa la sinistra e cita Marx.

Per uno scherzo da bar (luogo principale dove per gli italiani si fa politica), alle ultime elezioni la maggioranza è andata a un’accozzaglia di scappati di casa che da piccoli guardavano Te lo dò io il Brasile (quando Grillo faceva il Crozza di oggi e, naturalmente era moooolto meglio di Crozza).

Una parvenza di New Normal politico, poi finita male fu il periodo Matteo Renzi. Era incredibile che non vi fossero più soltanto attacchi personali continui a Berlusconi e che si parlasse solo di cose da fare. Però la sinistra non è stata mai in grado di accettarlo. E lui non ha avuto mai il coraggio di mandarli a fare in culo come avrebbe dovuto. E adesso è già decotto.

Dopo è stato tutto un susseguirsi di duro scontro ideologico, a suo modo un New Normal deficiente come prima, privo di contenuti nuovi e di politici intelligenti: il catastale Gentiloni, il prode Capitan Salvini, affondato sulle coste adriatiche da dilettante della politica. È riuscito a consegnare un’accezione negativa alla parola sovranismo che invece aveva un suo perché. Soprattutto avrebbe potuto portare a un patriottismo europeo, a un orgoglio continentale, contro i poteri forti che invece non lo vogliono.

In pratica si è perso tempo e ora ci si ritrova governati da un avvocatucolo pugliese, massima espressione di ressentiment nietzschiano, mai eletto e coadiuvato da Rocco Casalino, un duro, uno che ha fatto la West Point del Grande Fratello e da un Di Maio che parla come una domestica filippina che ha appena avuto il permesso di soggiorno. Con la differenza che le domestiche filippine lavorano tanto e hanno rispetto per tutti.

Bene, ci siamo rotti il cazzo. Per noi il New Normal dovrebbe essere fatto da cose come:

1) Un qualsiasi governo eletto, che non litiga e non scalda la sedia. Che incenerisca l’apparato burocratico simil zarista in poco tempo mandando a casa gli inetti prebendari delle commisioni, delle sottocommissioni e degli enti inutili. Possibilmente senza continuare a romperci i coglioni con decreti e lungaggini.

2) Un mondo in cui non comandano i virologi (o la protezione incivile o qualunque altro tecnico del menga buono per le situazioni emergenti) ma la politica. Che se ne serve possibilmente senza continuare a romperci i coglioni con gli scaricabarile.

3) Un’Italia dove per essere eletti nelle amministrazioni locali non sia necessario avere 15 avvocati pronti a difenderti dai continui avvisi di garanzia di una magistratura che vuol far vedere di avercelo più duro. E che la smettano di romperci i coglioni con le lezioncine di etica, proprio loro che sono autorizzati a sbagliare senza pagare.

4) Una stampa e una tv non al soldo di due parti politiche contrapposte, fatta di persone che avranno pure un’opinione politica ma che privilegiano i fatti. E che non ci rompano i coglioni continuamente con la dialettica fascismo-antifascismo, che non ne possiamo veramente più.

5) New Normal è declassamento culturale definitivo dei social network a fonte non attendibile. Posso avere un gran bel rapporto con il mio barista ma di certo non gli chiederei una opinione sulle vaccinazioni. Al posto dei Social network vediamo bene una cosa desueta: ragionare con la propria testa. Incredibile, no?

6) Il New Normal sarà soltanto un Old Normal se, finita l’emergenza, non si metterà seriamente mano a un nuovo concetto di lavoro. Siccome non nobilita più l’uomo, ma lo rende un pirla, magari potremmo provare a superare Adamo Smith e il suo contrario Carletto Marx e trovare forme di sostentamento che non siano redditi di cittadinanza che integrano il lavoro nero. Anche perché dovremo per forza consumare meno ma potremmo pagare per fare cose divertenti. E quindi almeno il tempo per noi dobbiamo riaverlo indietro. Tanto faranno tutto le macchine e che almeno loro non ci rompano i coglioni.

7) Il New Normal dovrebbe essere quella cosa per cui se devo ascoltare un economista che mi faccia vedere il futuro, non mi ritrovi davanti un Romano Prodi, con le sue guanciotte da cocker spaniel (con tutto il rispetto per i cocker spaniel) o un Mario Monti che pontifica dalla sua villa ad Alagna. Ci sarà un economista 35enne o no?

8) Il New Normal dovrebbe essere una fiscalità giusta, con una sola tassa che include le altre 897, serve tanto? Quel che serve te lo diamo, poi però smettete di romperci i coglioni.

9) Un vero New Normal è impedire alle aziende il ricatto coordinato e continuativo, lo stage infinito. Il futuro dei millennial è la precarietà? Va benissimo, ma pagatela 10 volte quello che la pagate adesso (e già vi facciamo un piacere). Oppure andate a cercarvi gli eserciti proletari di riserva e non rompeteci i coglioni se non vi compriamo più le automobili, i pattini, i forni a microonde e le sneakers.

10) Basta con le privatizzazioni: non per ideologia (chissenefrega) ma perché abbiamo capito che se un miliardario che fa le felpe si mette a gestire i viadotti autostradali è una autentica disgrazia. Nel New Normal può anche andarci bene che un imprenditore, per bravura, arrivi a una sorta di monopolio, ma per favore non esca dal seminato sennò fa troppi danni.

Si potrebbe andare avanti all’infinito. Ma adesso tocca a voi: scriveteci che cosa deve essere per voi il New Normal: redazione@themillennial.it.

 

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