Il pianeta soffre, i livelli di inquinamento sono alti (e in aumento) e il riscaldamento globale è un problema serio, tanto che le conseguenze disastrose potrebbero essere irreversibili. Bisogna alzare le mani e chiamare la resa? Anche no, altrimenti si rischia di diventare un tristissimo Doomer.
Sempre più giovani sentono la necessità di modificare la narrativa attorno al cambiamento climatico: è finito il tempo in cui piangersi addosso, è arrivato il momento di focalizzarsi sulla soluzione ed essere parte di una rivoluzione.
I millennial e la Gen Z stanno combattendo il “doomismo”, la credenza che è troppo tardi per cambiare le cose, e quindi tanto vale lasciarle così come sono. Come ha scritto la giornalista Cara Buckley sulle colonne del New York Times, i ragazzi “Credono che concentrarsi esclusivamente sulle notizie terribili possa seminare terrore e paralisi, fino a diventare una profezia che si autoavvera“.
Ecco perché i giovani hanno iniziato a fare quello che conoscono meglio: fare attivismo sui social.
OK Doomer
Alina Wood ha 25 anni, è una scienziata che si occupa di sostenibilità e vive nel Tennessee; usa TikTok per comunicare gran parte dei suoi messaggi sul clima: “La scienza dice che le cose vanno male. Ma peggiorerà solo quanto più tempo ci vorrà per agire “, ha spiegato. Assieme a lei ci sono molti altri creators che cercano di combattere il “climate doom” (la “rovina climatica”).
Attraverso i social media, lei e i suoi colleghi eco-creators presentano narrazioni alternative, mettendo in evidenza notizie positive sul clima e modi in cui le persone possono combattere la crisi partendo dal quotidiano. Il termine Doomer nasce ancora una volta su internet, proviene da un meme, e ha un significato preciso (anche se la parola si evolve e viene riadattata a seconda delle situazioni). “Il Doomer è una persona che ha visto gli effetti negativi della vita sia nel mondo reale che online, ed è stata così colpita da tutta l’oscurità tanto che vive in isolamento, depressione e talvolta persino rabbia per il mondo“, ha spiegato Michael Roy su Medium.
Alcuni attivisti del clima e sostenitori del movimento si riferiscono alla posizione assunta da Alina Wood e dai suoi alleati usando hashtag o espressioni come “OK Doomer”, una rivisitazione del famoso “OK Boomer”, la lotta generazionale e ideologica iniziata dalla Generazione Z. E i risultati si vedono, perché su TikTok sempre più persone seguono i video degli eco-creators.
L’impegno dei giovani attivisti
Nell’estate del 2021 Alina Wood (il cui profilo è @thegarbagequeen) ha iniziato a creare video TikTok facendo debunking attorno ad alcuni falsi miti del doomismo climatico (sì, i boomer credono davvero che tutta l’umanità morirà entro un paio di decenni) e iniziando a pubblicare una serie di notizie positive e di obiettivi raggiunti dalla comunità internazionale, tra cui: la creazione del primo santuario per balene del Nord America, un trattato pianificato per arginare l’inquinamento causato dalla plastica e la costruzione di un enorme parco eolico al largo delle coste del Regno Unito.
“Da allora il numero dei miei follower è triplicato”, ha detto Wood, che nel frattempo ha anche creato il gruppo Eco-Tok, dedicato alla condivisione di buone notizie. Assieme ad Alina c’è anche Philip Aiken, che ha fondato un podcast per rompere la narrazione del “È troppo tardi”.
“È troppo tardi significa ‘Non devo fare nulla, non ho responsabilità e posso continuare a esistere come voglio.'”, conclude Aiken. Ma non è così.