Come funziona FaceApp? Ci fa credere che la vecchiaia sia un gioco

17 Luglio 2019
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Tre anni fa tutti a caccia di Pokemon. Tamponavi in strada perché qualcuno stava incastrando Pikatchu su una rotonda. L’anno dopo (o quello prima?) MSQRD, la app che ti scambiava la faccia con quella del tuo amico. Stupenda. Tutt’ora un must ma ha virato sulle coppie uomo-animale. Ora è a volta di FaceApp e nello stesso giorno almeno dieci amici mi hanno mandato la loro foto invecchiata. Ma come funziona FaceApp e, soprattutto, che senso ha per noi?

FaceApp non solo l’hanno usata i miei amici, ma le pagine che seguo, i famosi, chiunque. L’ho fatta subito anche io, ‘sta FaceApp. Staranno stappando delle magnum di champagne a FaceApp e siamo felici per loro. Ora due ragionamenti sul significato di queste foto.

La prima cosa da notare è che nessuno dei miei amici è riuscito a ringiovanirsi. Tutti hanno scelto l’opzione di se stessi da vecchi. Come per guardare nello specchio delle nostre brame e chiedergli di vedere il futuro, per prepararci a quando la carne ci si affloscerà, la barba imbiancherà etc etc…

Le app fanno miracoli ma chiedergli di farci vedere più giovani è forse anche più autolesionista di specchiarci in noi stessi da vecchi. Perché noi millennial siamo tutti già vero gli “anta” e ormai ci prepariamo alla seconda fase della vita, è giusto dirlo.

Alla fine la versione vecchia di noi non è male. Siamo tutti abbastanza fighi. Io sono mio padre e la maggior parte dei miei amici maschi è identica al padre. Che di per sé è una presa di coscienza almeno visiva scioccante. Passi tutta la vita a combatterlo a voler essere diverso da lui, poi FaceApp ti svela che i geni sono quelli e non puoi farci niente. Questo per i maschi. Le donne vedo che in parte stanno usando filtri di ringiovanimento, in una lotta interiore contro il tempo incomprensibile per noi maschi e usurante per loro.

Vederci vecchi e filosoficamente rimanere eternamente giovani, riuscire a cazzeggiare e giocare con una app e scambiarsi due risate con gli amici. Questo è il tema. FaceApp non ci invecchia veramente. Non ci fa vedere i pannoloni per l’incontinenza, i reumatismi, la gobba, gli ospedali. Ci mette solo le rughe. Non ci fa vedere la versione botox di noi stessi, non ci paventa l’abisso. Quindi è solo un gioco.

L’età adulta è sempre più spostata in un limbo over 40. Oggi c’è FaceApp e ci facciamo tutti una risata, giochiamo con la nostra foto per la lapide come se volessimo esorcizzare la vecchiaia. E forse ci riusciamo anche. Anzi direi che sicuramente ci riusciamo. Nessuno ha voglia di sentirsi adulto prima dei quarant’anni. 

Come diceva Indiana Jones: la X non indica mai il punto dove scavare. FaceApp non ci mostra come saremo da vecchi, ma come ci piace ancora giocare a essere giovani.

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