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Le casse automatiche dei supermercati sono una benedizione, altroché!

14 Ottobre 2019
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Pochi giorni fa leggevo una “Preghiera” di Camillo Langone su Il Foglio in cui l’autore si lamentava della scomparsa delle cassiere nel suo supermercato e dell’arrivo della nuova tecnologia fai da te a cui tutti ci stiamo abituando. Leggo spesso Langone e mi piace il suo punto di vista, ma in questo caso l’ho trovato apocalittico senza motivo.

Chi ha davvero nostalgia del fordismo vecchio stile?

Non possiamo rifiutare a priori ogni forma di progresso perché è introdotta dalla tecnologia. La scienza ci sta dando i mezzi per toglierci alcuni impicci. Penso sia la stessa cosa di quando nelle fabbriche abbiamo sostituito la catena di montaggio con l’uso di macchinari più autonomi. La catena di montaggio dava lavoro, sì, ma anche una vitaccia.

Così come il lavoro del cassiere… Credo che nessuno sentirà la mancanza del suo cassiere di fiducia e che tutti i millennial saranno sempre più contenti di poter scansionare la propria spesa senza aspettare la vecchietta davanti che ci mette una vita a imbustare le 200 euro di scatolette che ha comprato. Io da quando c’è la cassa fai da te sono un fan totale dell’Esselunga. Nel supermercato sotto casa ci sono sempre le addette che insegnano ad anziani e stranieri a usarle e le casse finalmente un po’ più snelle.

Avete mai lavorato in cassa? È un incubo. Il tuo turno inizia e dal primo all’ultimo istante non fai che passare oggetti sul rullo, ascoltare le lamentele, dare spiegazioni, inserire codici manualmente, prenderti insulti perché quel prodotto doveva essere in sconto e invece non lo è. La gente ha fretta e tu non ti puoi mai distrarre o riposare. Passa il prodotto e fallo imbustare, poi passa al cliente dopo e a quello dopo ancora.

E così via per sei o otto ore. Il tutto mentre devi gestire dei soldi, stare attento al fondo cassa, cercare di non litigare con chi ti mette pressione, gestire il collega dietro di te che chiede un permesso per andare in bagno o ha finito gli spiccioli per i resti.

In molti posti se un cassiere commette un errore nel dare un resto, spesso deve rifornire di tasca sua la mancanza. È una responsabilità incredibile e un lavoro che non da nessuno stimolo professionale o emotivo. Non ho mai visto un cassiere contento. Hanno tutti la faccia incazzata, odiano i clienti, odiano il proprio lavoro, odiano quella stupida cassa. Si ci portano a casa uno stipendio, ma a che prezzo? Un lavoro del genere puoi farlo per un anno, forse per due, ma poi ti vien voglia di mandare tutti a fare in chiulo.

Dopo i panda, i cassieri…

Sono contento che spariscano i cassieri, così come i benzinai, i casellanti e tutte quelle figure che stanno forzatamente al contatto col pubblico e che creano solo isteria e panico.

Quindi nel 2020 possiamo dire che le macchine ancora non ci hanno dominato e che sono tutte al nostro servizio. L’obiettivo dovrebbe oltretutto essere lavorare meno. Quaranta ore a settimana in cassa: vorrei vedercelo, Langone, o chiunque sostenga la sua tesi… pure i cassieri credo siano più contenti se sostituiti dalle macchine. Questo è il progresso e per fortuna in certi casi non possiamo farci niente. Vorrà dire che i supermercati dovranno allocare in altri reparti quelli che stavano in cassa o che, semplicemente, chi cercherà lavoro come cassiere, verrà impiegato altrove nel negozio. Per come funzionano le casse automatiche, ci guadagnano tutti.

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