Caro Babbo Natale, quest’anno vorrei l’Italia. La vorrei tutta bella impacchettata, sotto l’albero. È che mi piace la forma. Ricordati anche le isole, che non vadano perse nell’impacchettamento. Con la mia Italia poi ci farò quel che mi pare. Sovrano Illuminato? Tiranno? Non so, deciderò sul momento. Di certo la riempirò di bocciodromi e di vecchi decrepiti. I giovani mi hanno rotto le palle!
Caro Babbo Natale, intanto, così su due piedi, vorrei riformare lo sport. Riqualificare i circoli di bocce ed elevarli a templi del nuovo sport nazionale.
Le nuove star dello sport saranno i vecchi, il che avrà importanti ripercussioni di carattere socio-politico, perché i più giovani impareranno non solo a rispettare, ma anche a venerare i vecchi.
Se davvero non possiamo fare a meno di costruirci delle divinità, di erigere statue fatte di niente, se questa è una nostra caratteristica inestirpabile, perché idolatrare dei tizi che sanno ancora di latte? Piuttosto, meglio seguire un vecchio a caso! Ascoltarlo, imitarlo, amarlo!
Troppo facile amare il nostro unico nonnetto solo perché ci dà i soldi per comprare le sigarette elettroniche, che sanno di biscotto! Troppo facile… Bisogna amare tutti i vecchi, tutti!
Caro Babbo Natale, vedi, nel mio regno, sfavillanti Ottantenni con un piede nella fossa detteranno le nuove mode, i nuovi trend: pantofole verde-ospedale, pigiami a scacchi beige e bordò, lise vestaglie grigio-piccione.
I Palabocce di tutta Italia dovranno avere dai centomila posti in su, perché tutti, tutti andranno deliberatamente a celebrare i grandi spettacoli dal vivo!
Nelle pause, scenderanno in campo a parlare della Vita i filosofi e i poeti, quelli veri, che saranno i nuovi influencer, insieme ai veri musicisti, ai veri artisti di arti varie, qualche scienziato e due o tre monaci buddisti, perché mi sono simpatici.
Caro Babbo Natale, non ti dico dove avrò mandato gli attuali influencer, non te lo dico che è meglio.
E non mi si dica che non c’è tempo per andare a vedere gli incredibili incontri di bocce, perché per almeno un anno avrò tolto il lavoro, a tutti, anche a chi è senza lavoro! Attenzione però, avrò tolto anche le vacanze!
Gli spettacoli dei Palabocce, si potranno guardare anche da casa? No, perché non ci saranno tivù, e nemmeno più divani. Né telefonini, né pc, né Web.
Nessun problema: nelle mie Versailles di sabbia, disseminate tra Nord Centro e Sud, sarò ben lieto di invitare chi abbia voglia di apprezzare qualcosa che stimoli la visione, anziché annebbiare la vista.
Caro Babbo Natale, non è mio intento demonizzare le immagini: più semplicemente, le toglierò al genere umano.
Oggi, immagini, immagini, immagini da tutte le parti sono buttate su un occhio stanco pigro e distratto che vuole e cerca solo distrazione, una distrazione che, da libertà-dagli-impegni, in men che non si dica crede di esser libertà-di-scelta.
E distrazione qui, e distrazione là, si diventa polli che allo specchio vedono aquile.
Non ci siamo ancora stancati, di tutta questa distrazione? Di questo comodo sarcofago che puzza di freschino?
“Ma io, voglio esser libera di distrarmi!” griderà la prima bimba ribelle.
Cara…vuoi davvero esser libera di distrarti, ancora? NO!
Abbiamo già esagerato, la distrazione che abbiamo accumulato può bastare per i prossimi cinquant’anni.
Caro Babbo Natale, e cari tutti, è il momento di concentrarsi, almeno sulle bocce. Di ripetere ossessivamente due o tre ricordi, di fissarsi sul passato, o comunque di fissarsi su qualcosa, fosse anche sulla colf che lava male le finestre, sulla badante che fa male la moka. Di fissarsi come i vecchi. Di andare piano, di moraleggiare, di avere paura del futuro. È un ordine, ed è Legge!
I giovani ribelli cercheranno di tornare a esser belli distratti, beatamente inattenti, ma un domani non troppo lontano si sveglieranno al tramonto, e vedendo che s’è fatto tardi, si metteranno alla ricerca del tempo perduto quando, carpo Babbo Natale, sarà ormai troppo tardi.
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