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Coronavirus Giappone: “Tutto sotto controllo, ci prepariamo alla fioritura dei ciliegi”

9 Febbraio 2020
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Perché non ci soffermiamo un attimino per fare il punto della situazione sul coronavirus in Giappone? Non dico “Zero sbatti” onestamente, ma bisogna agire con moderazione. Dai, su, cià!

 

Spesso succede nella vita quotidiana che brutte notizie, specie se arrivate dall’altra parte del mondo, ci fanno sentire più paura di quanto necessario e giusto in realtà. Ecco anche stavolta ho sentito parlare che tutta la storia sul coronavirus sta provocando situazioni, in alcuni casi, un po’…esagerate in Europa, tipo il pregiudizio contro gli asiatici, qualunque essi siano.

 

Detto questo, ho deciso di produrre questo articolo con una faccia più seria del solito, sperando che capiranno per lo meno alcuni di voi la situazione attuale del coronavirus in Giappone.

 

Cosa ci raccontano le cifre a riguardo? (il bilancio dei contagiati in Giappone)

In Giappone, secondo quanto apportato dal Ministero della sanità, del lavoro e del benessere del Giappone a mezzogiorno del 6 febbraio, 25 persone, su 698 esaminate, sono risultate positive al test del coronavirus, tra cui 16 (su 132) sono i casi accaduti in Giappone, a prescindere dalla loro nazionalità quindi, e 9 (su 566) sono coloro che sono tornati “al volo” dalla zona interessata della Cina nella patria, con l’aereo mandato dal governo del Giappone in questa occasione.

 

Di questi 25, zero morto e zero in condizioni gravi. 21 su 25 positivi nel test hanno dimostrato dei sintomi del morbo, e però 4 sono già stati dimessi, 12 in convalescenza o almeno in condizioni stabili. I restanti 5 sono sotto controllo e trattamento medicinale.

 

Purtroppo in Cina dicono che più di 560 persone sono morte (su più di 28000 contagiati), e non ho nessuna intenzione di sottovalutare questo dato.

 

D’altro canto, però, in Giappone dico che la situazione sembra controllata e alquanto rassicurante. Alcuni viaggiatori arrivati dalla Cina avente qualche sintomo della malattia, sono stati rifiutati di entrare in Giappone. Le navi da crociera, specie se vengono dalla Cina e Hong Kong, sono sottoposte ai controlli severi dal governo del Giappone. Insomma, loro stanno prendendo le misure necessarie. Bisognerebbe agire con moderazione in base alle informazioni necessarie e affidabili.

 

 

In Giappone, i nostri medici sanno cosa fare in caso di necessità

Forse la stessa cosa vale in qualsiasi cosa, e anche in questo caso direi, un’altra cosa, ma non meno importante, è quella di saper cosa fare e a che santo votarsi in caso di necessità.

 

Personalmente io ho avuto modo di conoscere bravissimi medici italiani nella mia vita, e credo al 100% alla qualità molto elevata del servizio medicinale da voi, in Italia. Dall’altra parte, anche da noi ce ne sono.

 

Come descritto di sopra, finora c’erano e ci sono dei contagiati. È vero che non è ancora “acqua passata”. Fortunatamente però quelli verificati positivi nel test in Giappone vengono ricoverati in ospedale e curati in maniera adeguata. Questo a dimostrazione che in Giappone c’abbiamo tutto quello necessario per affrontare la malattia in oggetto. Almeno a me pare così in base a quanto apportato dall’autorità competente.

 

 

Non sono un esperto e ne sono consapevole. Figuriamoci. Solo che vorrei divulgare con moderazione quello che si sta svolgendo in Giappone nei confronti del coronavirus, ribadendo che noi (giapponesi) viviamo normalmente la vita quotidiana e i ciliegi si stanno preparando per il momento giusto della fioritura.

 

Consigli da seguire per minimizzare il rischio coronavirus

Per concludere, ecco un paio di cose da seguire per evitare al meglio il rischio di contagio. (fonte: la pagina ufficiale del Ministero della sanità, del lavoro e del benessere)

 

– Lavarsi le mani, fino ai polsi, ogni volta che torni da dove ci sono tante persone (soprattutto prima di consumare cibo e bevanda, ovvio).

 

– Non mettere mai le mani attorno e/o sulla bocca prima che ti lavi le meni.

 

– Mettersi la mascherina.

 

 

Insomma, vale la stessa cosa per l’influenza, il raffreddore o altre malattie infettive.

 

 

Informiamocene giustamente, teniamoci aggiornati e facciamo quello che si deve fare in tali casi. Così dovremmo sentirci molto più sicuri.

 

 

Chi è stato a chiedermi: “Come mai i giapponesi indossano sempre la mascherina anche nei momenti più tranquilli?”?

 

No vabbè, c’abbiamo ragioni nostre, tra cui anche una psicologica. Ve ne racconterò la prossima volta, a breve. Arrivo subito! Ciaone

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