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Kyoto, Giappone. Studenti universitari “untori” minacciati di morte

9 Aprile 2020
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Giappone sull’orlo di un’anonima crisi di nervi. All’università  Kyoto Sangyo Daigaku, arrivano centinaia di telefonate minacciose…persino minacce di morte agli studenti. No vabbè, così un’esagerazione, basta.

Non è ancora finita quella storia sul focolaio a Kyoto: Kyoto Sangyo Daigaku. Si annoverano ben più di 60 casi di contagio provenienti da quei quattro studenti.

Secondo quanto apportato su internet dal giornale giapponese Sankei, tra il 30 marzo e il 4 aprile gli sono arrivate una centinaia di telefonate “anonime”.

Ma qual è (e non qual’è) il motivo di queste telefonate?

Sono seguenti le voci anonime dal pubblico secondo la stessa fonte:

“Fammi sapere gli indirizzi degli studenti che hanno diffuso in città il coronavirus!”

“Vengo a incendiare l’università!”

…persino la minaccia di morte…

 

D’altronde in città ci sono dei locali e ristoranti che hanno dichiarato il divieto d’ingresso agli studenti della stessa università, mentre i suoi neolaureati, nella cerimonia d’ingresso di un’azienda, sono stati richiesti di parteciparci separatamente (considerati rischiosi).

 

In Giappone nel mese di aprile si tengono cerimonie d’ingresso in tutte le aziende che accolgono nuovi dipendenti.

Insomma, alcuni neolaureati sono stati appunto esclusi dal loro primo evento aziendale!

 

Tutte queste cose qui sono state causate da quei quattro studenti di Kyoto Sangyo Diagaku che “tranquillamente” hanno viaggiato e (forse) si sono goduti l’Europa nel mese precedente, trascurando la previa richiesta di non viaggiare all’estero annunciata prontamente a fine gennaio.

 

Per non parlare del fatto che sui social e internet gli studenti dell’università in questione, inclusi quelli “innocenti”, sono sottoposti ad attacchi da parte del pubblico “anonimo” su internet.

 

Anonimo giapponese

Da questo fenomeno, insomma, possiamo sapere che in Giappone ti criticano in modo nascosto e anonimo in molti casi. Soprattutto quando si tratta di problemi nella vita quotidiana. Molto probabilmente questo atteggiamento comunemente deriva dalla loro sensazione di voler evitare di affrontare esplicitamente l’altra persona con cui hanno problemi da risolvere.

 

Anziché parlare con l’altra persona;

Ti criticano in modo anonimo.

Ti attaccano in modo anonimo.

Ti mandano a cagher solo dietro di te.

Finché non ti senti in depressione.

 

La modalità “Se ce l’hai con me, dimmelo.” non funziona…tutta la verità dentro il cuore di ciascuno. Non te lo rivelano.

Come se indossassero la mascherina perennemente per nascondere la loro faccia ed espressioni.

Così, una volta arrivato al loro limite, scoppiano tutte le emozioni che nascondevano dentro e ci rimane solo una parapiglia.

 

 

Ovviamente questa storia si tratta solo di una parte della situazione attuale del Giappone ai tempi del coronavirus, però tant’è vero che sta succedendo veramente.

 

L’università ha pubblicato che hanno iniziato a pensare se devono sporgere denuncia in questura nei confronti di alcune telefonate esagerate.

 

Il Giappone e i giapponesi ormai sono ben agitati. E il nervosismo che cresce ogni giorno a volte scoppia sotto forma di telefonate minacciose a chi ha diffuso il coronavirus…

 

 

Detto questo, io personalmente ho paura tanto del coronavirus quanto dei giapponesi. Un italiano direbbe: A tenerli dentro (in quarantena) diventano “cativi”…

 

Tutto qui per oggi. Ci vediamo presto!

Dai, cià, su!

 

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