Il futuro dei reality è gente che scopa o che si ammazza. Letteralmente. Preferibilmente gente famosa. Vent’anni fa avevano ipotizzato i Celebrity Death Match su Mtv, in cui i divi di Hollywood fatti di pongo dovevano uccidersi fra di loro. Era una lucida visione di quello che potrebbe accadere in futuro.
Il Grande Fratello ormai non pompa più e Temptation Island ha vita breve. Presto si stancheranno. Di fatto i picchi di ascolto di questi programmi sono dati dalle visioni notturne di pseudosesso o dalle risse. Evidenze che confermano la mia tesi iniziale.
Per inaugurare la stagione di questo grande ciclo narrativo io sogno una gabbia di MMA con tutte le telecamere poste negli angoletti e lì, al suo interno, il dibattito politico.
Basta misurarsi con la dialettica, dobbiamo scannarci.
Basta talk show, vogliamo il ring!
Le opinioni creano confusione, la morte la annulla. I dati ognuno li legge come vuole e il telespettatore non sarà mai preparato a sufficienza per accoglierli. Visto che la televisione, i media in generale, i social network, l’informazione, l’intrattenimento sono un settore produttivo forte, in grado di influenzare miliardi di persone e quindi connesse con la politica, la finanza, l’economia tutta, è impossibile oscurarli. Allora non ci resta che sperare che accolgano ogni nostra perversione. Voglio dire, il porno non è forse questo? Se trent’anni fa era un argomento tabù, oggi rappresenta un trend in crescita anche nei settori culturali. Danika Mori va in radio e in tv a parlare, la Nappi è un intellettuale, Moana una santa con tanto di serie tv annesse. E Rocco l’unica figura maschile autorevole che accomuna tutti i millenial italiani.
Se abbiamo sdoganato la perversione sessuale è solo questione di tempo prima che diventi lecito un reality a base di sesso. Magari sarà a pagamento e super ristretto, ma ci sarà. Kubrick che aveva dedicato ogni film a un genere diverso, pare che abbia passato gli ultimi anni sognando un porno con Alec Baldwin e Kim Basinger e che la stessa coppia Cruise-Kidman finita in Eyes Wide Shut dovesse essere coinvolta.
Purtroppo Kubrick è morto prima di farcela.
Ma da qualche parte arriverà il cambiamento.
Tornando sul dibattito a base di scannamento: immagino un calendario fitto di eventi di rissa culturale. Saviano contro Salvini, poi la scorta di Salvini contro quella di Saviano, Michela Murgia contro la Meloni, Cacciari contro la Santanchè, Mara Venier contro Barbara D’Urso. Cristo, pagherei mille euro per vederli. Dovremmo attrezzare dei palazzetti modello Las Vegas quando i grandi cantanti vanno a fare i resident per un mese nello stesso casinò.
La polemica tra Sgarbi e Scanzi
Il match inaugurale dovrebbe essere quello che si sta disputando in questi giorni sui social a colpi di migliaia di clic. Sgarbi vs Scanzi.
È qualcosa di molto millennial perché coinvolge il più acerrimo incazzato della tv, Vittorio, con un aspirante millennial odiato dagli stessi: Scanzi. Non so nemmeno come sia cominciata e perché continui ma è una diatriba sterile che potrebbe avere una fine solo nel sangue.
Scanzi sostanzialmente dice che Sgarbi è bollito e Sgarbi gli risponde che è un signor Nessuno. Ora, Sgarbi in effetti è sempre stato di un livello superiore. Riusciva a mandare affanculo Mike Bongiorno in diretta dicendogli testualmente che non capiva un cazzo, quando quello era il King della tv italiana. O solo poche settimane fa, come abbiamo scritto, dava contro la D’Urso.
Scanzi non ha mai fatto altro che scimmiottare malissimo Travaglio e in effetti le critiche di Sgarbi ci starebbero. Purtroppo Sgarbi svalvola, straparla, fa siparietti inefficaci che non fanno che rinforzare il giornalista toscano. La parola su questo duello deve essere lasciata alla spada, tipo Sparta. Dobbiamo tornare al Fight Club, all’avere un po’ timore delle conseguenze delle nostre azioni. E poi farebbe bene anche agli intellettuali, logorati da decenni di menate verbali.
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