Quei piccoli grandi disagi emotivi con cui i GenZ salveranno il mondo (con uno sponsor)
Oltre i blablabla denuciati da Greta Thunberg, che ci piaccia o meno, ora l’attivismo ha bisogno dei brand. E i brand hanno bisogno della nostra ansia
«È ok non sentirsi ok», aveva dichiarato sulla cover di Time la tennista Naomi Osaka dopo aver abbandonato gli ultimi Open di Francia. Ed è ok anche dirlo apertamente senza essere vittima di pregiudizi. Anche di questo ha parlato nel podcast registrato per Victoria’s Secret come membro del VS Collective, una squadra di giovani donne in missione per ricostruire una nuova immagine del brand di lingerie.
Accusato negli ultimi anni di non rappresentare le donne in modo inclusivo e di far sentire a disagio le ragazze con il proprio corpo, Victoria’s Secret ha scelto di promuovere una strategia in positivo legata alla salute mentale. Del collettivo fa parte anche la modella Hailey Bieber che, insieme al marito Justin, è considerata una vera attivista su questi temi.
Attivisti per bene
Anche se, a dire il vero, forse per primi sono stati i principi William e Harry a parlare apertamente di disagio mentale a seguito della morte della madre, collaborando insieme, prima della Megxit, su tante iniziative volte a cancellare lo stigma attorno a queste tematiche.
Mental health è un termine ombrello molto in voga negli Stati Uniti, che descrive, oltre alla depressione vera e propria, anche ansia, insicurezze, sbalzi d’umore. Lo ha usato su Instagram la modella Bella Hadid, che di recente ha parlato apertamente al Wall Street Journal dei suoi problemi di ansia e depressione.
Lo ha pronunciato anche la ginnasta dei record Simone Biles quando non ha gareggiato in alcune competizioni alle ultime Olimpiadi a Tokyo, rivendicando il diritto a ritirarsi non solo per un infortunio fisico ma anche mentale (ha anche investito nella app di telemedicina Cerebral, sulla quale lei stessa dice di seguire la terapia).
Non a caso tutti i personaggi citati hanno poco più di vent’anni: è una questione che sta molto a cuore alla Generazione Z, rimasta incastrata tra le pressioni dei social media e una pandemia che ne ha accentuato la solitudine e le insicurezze. Regolarmente, anche in Italia, leggiamo sui giornali statistiche che sottolineano la crescita di queste problematiche tra gli adolescente e i ventenni.
Sintomi generazionali
Di recente Ansa ha scritto che «è in corso una crisi mondiale della salute mentale, soprattutto fra giovanissimi: l’incidenza di depressione e ansia fra gli adolescenti è raddoppiata rispetto a prima della pandemia e un’ampia analisi appena pubblicata su JAMA Pediatrics ha dimostrato che oggi un adolescente su 4, in Italia e nel mondo, ha i sintomi clinici di depressione e uno su 5 segni di un disturbo d’ansia».
Potersi esprimere liberamente sui temi dell’emotività ha per la Generazione Z un grande valore e, da consumatori, si aspettano che in qualche modo i propri marchi di riferimento affrontino la questione e trattino la sfera emotiva come qualcosa di serio e importante. Non è quindi servito molto tempo prima che i brand decidessero di allineare il proprio impegno.
Maybelline ha lanciato la campagna globale Brave Together per sostenere i giovani che attraversano difficoltà psicologiche: in Italia hanno scelto come partner Fondazione Carolina, onlus dedicata a Carolina Picchio, la prima vittima riconosciuta di cyberbullismo nel nostro Paese.
Di social media parla spesso anche la cantante Selena Gomez, che accanto al suo marchio di cosmetici Rare Beauty ha creato un fondo a cui devolvere l’1% delle vendite. Lo scopo è rendere accessibili servizi di psicoterapia e di fare sensibilizzazione nelle scuole. Lei stessa ha dichiarato che, per il suo equilibrio, non posta più personalmente sui suoi profili.
Uno schema simile lo ha seguito il brand di cosmesi Superfluid, costola commerciale della media company Freeda. Tra le anime della community, c’è anche l’ambassador Aurora Ramazzotti. «Da subito abbiamo deciso di dedicarci alla salute mentale», racconta il marketing manager Alberto Scotti.
Tra le anime della community, c’è anche l’ambassador Aurora Ramazzotti«È il tema che sta più a cuore alla nostra community. Devolviamo l’1% dei ricavi al nostro Superfluid Mental Health Fund e lavoriamo a contatto con Fondazione Minotauro, che opera nel campo da trent’anni. Questo permette anche a noi di approfondire diverse tematiche. Che poi affrontiamo in modo più competente sulle nostre piattaforme. La salute mentale è un tema delicato da trattare. Bisogna scegliere le parole e il tono di voce giusto».
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