Dal 4 maggio cenare fuori sarà impossibile. Guardiamo Hong Kong per un’anteprima

28 Aprile 2020
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Andremo al ristorante distanziati, Amplifon diventerà la nuova Apple e faremo amicizia con un sacco di guardie armate. Il reportage di Eater da una Hong Kong appena liberata, sembra raccontarci cose assurde. Ma è tutto vero

Hong Kong, esterno notte: due furgoni della polizia stazionano fuori da un ristorante italiano per ricchi in Wyndham Street. Solo qualche settimana fa la loro presenza avrebbe potuto risultare minacciosa, visti i recenti moti contro la Cina: poliziotti antisommossa , gas lacrimogeni e spray al peperoncino.

Ma Hong Kong è passata dallo stato di protesta alla pandemia di Covid-19, e ora, al posto di guardie liberticide i furgoni schierano per le strade dei normalissimi pattugliatori in maniche corte e mascherine chirurgiche.

Qui le misure di allontanamento sociale in atto del governo locale in risposta a Coronavirus, sono state annunciate per la prima volta a fine di marzo. La movida multiculturale degli expat si è così ritrovata le guardie fuori dai locali, sul marciapiede, come suore che assistono alla recita di Natale.

Comunque, gente armata, pronta a intervenire per disperdere gli assembramenti. Ma non si trattava della recita scolastica: un bar pieno di adulti consenzienti, ligi al nastro di nylon per la misurazione delle distanze, le barriere salva droplets, goccine di starnuto strapiene di Covid 19.

Mentre ci arrovelliamo su che cosa succederà dal 4 maggio prossimo, mentre la politica arranca stretta tra i virologi e attività notturne a rischio altissimo di fallimento, diamo uno sguardo alla nightlife di Hong Kong.  Che, per ora, assieme ad altre città asiatiche come Seoul e Taipei, è riuscita in gran parte a controllare le epidemie e ha permesso ai suoi ristoranti di rimanere aperti durante la pandemia. 

Con una quota di contagi da Covid-19  saldamente fermi, i 30enni di stanza A Hong Kong hanno fatto ciò che tutti noi da Milano a New York desideriamo ardentemente fare da settimane. Sono usciti a cena.

Da Frank’s, ci racconta Eater, si può registrare l’umore della gente: i bar sono chiusi, ma non i ristoranti. Frank’s è su due livelli, con bar al piano inferiore e ristorante con tavoli  piano superiore.

La restrizione ha comportato la chiusura di molti locali di Lan Kwai Fong, il quartiere più festaiolo di Hong Kong. Frank’s si trova ai margini di LKF, abbastanza prossimo al quartiere SoHo, normalmente altrettanto affollato, ma assai più popolato di ristoranti.

Sebbene popolare tra i locali cantonesi per la pausa pranzo, di notte, Frank’s è spesso pieno di expat che bevono Negroni e ordinano carne. Recentemente gli expat sono stati sottoposti a un attento esame, dopo una fase di panico in cui molti da poco rientrati dall’estero correvano a chiudersi in casa ma avevano già portato con sé il virus.

Da noi ci si chiede come sarà dal 4 maggio per i ristoranti, dopo che un confuso Giuseppe Conte ha annunciato in pieno stile Statuto Albertino alcune “concessioni” ai suoi sudditi italiani (che non l’hanno votato alle ultime elezioni). Niente tavoli, questo si è capito, ma se la gente, complice la primavera si buttasse al parco con la schiscetta?

Succederà, anche perché, comunque la si pensi gli italiani sono di base un po’ “antisociali” e detestano sempre e comunque quando qualcosa gli è imposto.

Nell’ormai foltissimo gruppo di rappresentanti dei settori “sfigati” e non tenuti in considerazione, c’è ovviamente il SILB , Sindacato Italiano Locali da Ballo. Dice il blog Alla Discoteca di Lorenzo Tiezzi:

«Attenti: tra noi dell’intrattenimento e della musica si parla molto del nostro futuro, che è in bilico sul baratro, ma il nostro destino non è affatto al centro dei pensieri dell’italiano medio. È logico. Siamo pochi e siamo abituati a non rompere, a cavarcela da soli. Oggi il settore, più unito del solito (FINALMENTE!), chiede aiuti: pace fiscale per i tributi, stop al pagamento delle bollette e finanziamenti a fondo perduto. Come ha scritto Gianni Indino del SILB Emilia Romagna, siamo come gli agricoltori dopo una grandinata/gelata fuori stagione. O veniamo aiutati o molti non riapriranno. Fine. Lo stato i soldi per Alitalia e Ilva li trova, quando ha bisogno, per la musica li troverà? Vedremo.

Cosa combineranno i ragazzi?

Veniamo a un’altra cosa più complicata della musica a livello sociale, di cui si parla pochissimo lo stesso. Che combineranno i 16-25enni chiusi in casa senza colpe che dal 4 maggio usciranno? Non vorranno incontrarsi, dovranno logicamente farlo. La biologia non mente. La forza della gioventù deve avere il sopravvento e l’avrà. O la guidiamo o sarà un bel casino».

Sul tema, The Millennial Italia, su Facebook ha organizzato un talk con contributi da Hong Kong, da Milano e dalla Romagna. Non mancate.

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