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Covid-19 in Giappone: all’Università di Kyoto se tu studente e paziente, tu ammalato colpevolmente

2 Aprile 2020
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Ultimo trend in Giappone: detestare studenti universitari e neolaureati che vanno troppo in giro al tempo del Coronavirus. Ma perché? Ma càspita!

Ai giapponesi ormai è chiaro che il Covid-19 non è più “l’incendio sull’altra riva del fiume”, come dice un famoso proverbio giapponese. Solo fino a un paio di settimane fa, qui in molti pensavano che la situazione dell’Italia provocata dal coronavirus fosse una cosa spiacevole, mentre il Giappone sapesse resistere alla diffusione del virus.

Oggi però è evidente che non lo è.

A Kyoto hanno saputo che c’è un focolaio che ha a che fare con gli studenti universitari. Il loro ateneo, Università di Kyoto Sangyo Daigaku, si inchina davanti a tutti per chiedere scusa per ciò provocato dai propri studenti.

Perché?

I primi tre studenti pazienti, primo diffusore incluso, hanno viaggiato durante la prima metà di marzo in alcuni paesi europei e sono tornati in Giappone il 14 marzo. Dopodiché, almeno alla data del primo aprile, partendo da e/o tramite loro, sono state contagiate ben altre 38 persone.

Come potete immaginare, in Giappone tale azione è stara criticata gravemente, e non basterebbe certo definirla una giargianata. Mica cotiche.

Adesso vi spiego un po’ come funziona la vita universitaria in Giappone nel mese di marzo.

In Giappone marzo è il mese in cui si laureano e diplomano tutti gli studenti e i neolaureati di solito organizzano uno o più viaggi per dopo laurea. L’università di Kyoto era però già allora consapevole del rischio Covid-19 fin da gennaio. E quindi ha chiesto agli studenti di NON viaggiare all’estero, a partire dalla Cina ma anche altri paesi, tipo la Francia.

Tuttavia, quei tre sconsiderati studenti hanno viaggiato in ben 5 paesi europei.

E… taaac. Contagiati 3 su 4 partecipanti. Non finisce qui. Marzo è il mese pieno di occasioni di fare l’ape o cena con tantissime persone, proprio per festeggiare la laurea. Di solito i neolaureati vanno a cena con diverse persone tra cui amici e prof.

I nostri diffusori non hanno mancato ad alcun festeggiamento subito dopo il loro rientro nella regione Kansai. Dopodiché si sono accorti di essere stati contagiati solo dopo aver diffuso il virus Covit-19 alle persone che avevano festeggiato la laurea con loro.

Non è solo un episodio. In Giappone si susseguono ormai da tempo diverse notizie che hanno a che fare con i maledetti disinvolti studenti e/o neolaureati. Peggio ancora: per esempio, una neolaureata, sapendo che aveva la febbre alta, ha OSATO partecipare alla cerimonia della laurea presso il suo ateneo, spostandosi da Fukuoka a Hiroshima, quindi come da Milano a Bologna, per darvi un’idea. Che sbatti!

Personalmente mi spiace molto questo andamento di cose. Temo che nasca il conflitto mentale generazionale tra i giovani e gli adulti.

D’altronde, però, veramente, quando incrocio gli universitari in città, dentro di me gli urlerei un bel Stá sü de doss!, come si dice a Milano. Ma non per cattiveria, solo al fine di proteggeremi. Dai. Ci sta, no?

Carissimi lettori vi abbraccio, e ci vediamo nei prossimi miei articoli.

Ciaone!

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