Luci a San Siro non ne accenderanno più. Il male di crescere per un Millennial

10 Settembre 2019
5103 Visualizzazioni

Pochi sentimenti per un Millennial sono potenti quanto la nostalgia. A volte ti convinci che, davvero, luci a San Siro non ne accenderanno più.

“Ma veramente hai preso i biglietti?”

“Sì, Matti”.

“Davvero Davvero? Non stai scherzando?”

“No, ti avevo promesso che li avrei presi ed eccoli qua”.

 

Hai 13 anni, sei di Taranto e stai imparando solo adesso a fare “il grande”, hai i tuoi primi giri, cominci a fare roba non più da bambino e tifi una squadra che miracolosamente potrebbe vincere lo scudetto, dopo anni di vessazioni.

 

“Quindi quando andiamo?”

“Fra quindici giorni partiamo”

“E come andiamo?”

“In treno”.

“Secondo te, Ibra gioca?”

“Ti sembro l’allenatore?”

 

Hai 13 anni e stai per andare a vedere l’Inter. A Milano. Non stai capendo più niente e non stai più nella pelle, pensi ad un sacco di cose: all’innocente invidia dei tuoi amici, agli sfottò passati, pensi anche alla tua cotta del periodo, mettendola, giustamente, in secondo piano.

L’Inter è l’Inter.

Quell’anno è una schiacciasassi: Ibra, Crespo, Materazzi, Zanetti, Cambiasso… e chi li ferma, questi? Dai dai che ci sarà da divertirsi.

 

“Quanto manca, ma’?”

“Un paio d’ore penso”.

“Appena arriviamo mi compri la maglia di Materazzi?”

“Mo’ vediamo”

 

Alla fine me l’ha comprata.

Hai 12/13 anni ed entri a San Siro per la prima volta, partita tranquilla: Inter-Ascoli. Lo stadio non è pieno, non è una partita di cartello, ma a te sembra lo spettacolo più bello del mondo, con la curva che canta ed urla i nomi dei giocatori durante la presentazione. Ci scappa anche una standing ovation per l’ex Pagliuca, bel gesto.

Calcio d’inizio.

Partita gestita senza troppi problemi, ma l’Ascoli è tosto, classica squadra rognosa di provincia, ci sta voler farsi vedere in una cornice simile.

 

“Chi è quello?”

“Ibrahimovic, mamma”.

“Ed è forte?”

“Giudica tu, guarda quanti ne sta saltando. Aspetta, ASPE….”

*GOOOOOOOOOOOOOOL*

<<HA SEGNATO PER NOI IL CAPITANO…. JAVIER…>>

ZANETTI

<<JAVIER…>>

ZANETTI

<< JA-VI-ER>>

ZA-NET-TI

 

 

Ha segnato Zanetti.

Zanetti ha fatto una decina di gol in vent’anni di Inter e uno l’ha fatto mentre sei allo stadio. È un segno, non ci sono altre spiegazioni. Non stai capendo più niente: il capitano della tua squadra del cuore ha segnato sotto i tuoi occhi, all’s right with the world.

La partita finisce due a zero, la sera vai a mangiare la cotoletta in un’osteria tipica, bevi anche un po’ di birra, per festeggiare.

“Ma’, ci torniamo l’anno prossimo?”

“Mo’ vediamo, Matti, mangia, che altrimenti si raffredda”

Hai 25 anni, sei all’università, e continui a tifare Inter. Il mondo è diventato più brutto, o semplicemente sei più consapevole.

“Vogliono buttare giù San Siro”.

“Perché?”

“Solita storia, soldi, introiti, e struttura più moderna”.

“Sì ok, ma perché?”

“Te l’ho appena spiegato”.

“Ok, ma perché lo buttano giù?”

“Perché sì”.

“Vaffanculo”

 

Il mondo si è imbruttito sul serio. Sei stato altre volte a San Siro, ma mai come quella volta. Ti accendi una sigaretta e pensi: pensi a quel momento della tua vita, alla semplicità, all cumbagn, alle partite di calcetto (organizzate senza whatsapp) e a quel weekend milanese colorato di nerazzurro. Ripensi a quell’osteria e al cameriere mezzo sudamericano che ti aveva portato la cotoletta, con quei suoi baffoni e la faccia dura, ma simpatica.

Pensi a Vecchioni, professore e indovino: “Luci a San Siro non ne accenderanno più“.

Vaffanculo.

 

Leggi anche:

Exit mobile version