La discendenza della Regina Elisabetta è quasi interamente in mano ai millennial
Oltre ai fiumi di retorica per la morte della Regina Elisabetta, lo scenario generazionale è chiaro: i millennial la faranno da padrone
Le sterline con il volto della Regina Elisabetta stanno nelle tasche di qualche centinaia di migliaia di giovani italiani che vivono e lavorano da Londra a Belfast. Sono millennial che hanno scelto il Regno Unito come patria da anni. E si trovano bene. E forse non lo sanno ma la discendenza di Elisabetta è composta principalmente da millennial.
Nonostante la santificazione mediatica di una sovrana che ha regnato attraverso guerre e rivoluzioni bisogna ammettere che questa donna ha fatto di tutto per essere “leggibile” anche se non accessibile da tutte le generazioni. Che l’operazione le sia riuscita non lo sappiamo con certezza, ma ci ha provato, con coraggio.
Ha cominciato con rivoluzionare i rapporti con la sua stessa generazione, la cosiddetta silent generation: ligia al protocollo si aprì alla radio e alla televisione, mezzi che all’aristocrazia mondiale di allora devono essere sembrate opere del diavolo. Come tutte le donne della sua epoca ha subito le corna senza fiatare, ha gestito familiari sconclusionati e molesti. Era guardata con distacco dai grandi dell’epoca a partire da Churchill, ma è riuscita a farsi rispettare.
E poi negli anni Settanta è riuscita a tener testa ai Baby boomer: ricchi e sfrontati figli del capitalismo post industriale pronti a ribadire in tutto il mondo l’inutilità delle monarchie e delle aristocrazie tutte. Ha accettato che l’effigie divenisse pop e finisse sulle tazze, sulle mutande, sui posacenere, sui boccali da birra, sulle serigrafie iconoclaste di Andy Wharhol (immagine di copertina).
Ha integrato nella cultura dell’Impero leggi come il divorzio, l’aborto, e sedotto perfino i punk, che stazionavano sotto Buckingham Palace sfruttando la regina per spillare monete ai turisti. In quegli anni Londra era “swinging” anche per merito suo.
Nonostante gli attentati dell’Ira, la guerra delle Falkland, le crisi geopolitiche, riusciva a ostentare aplomb quando a Heathrow l’allarme bomba scattava due/tre volte al giorno. Erano gli anni della lady di ferro Margareth Tatcher, una sua “pari” che in fondo era stata chiamata a fare il lavoro sporco della nazione.
Per questo la Regina Elisabetta non l’amava ma la rispettava, pare. I rapporti con i baby boomer di casa, a partire da Carlo, da oggi re Carlo III riflettevano in fondo i rapporti intergenerazionali che si osservavano nel mondo: ragazzi che scalpitavano, e volevano fare a modo loro.
Così accadde anche con Lady Diana, baby boomer messaggera di emancipazione e di impegno sociale, tradita anche lei e infine uccisa da un sistema che forse per indifferenza o forse per impotenza, non seppe integrarla e ne provocò la fuga.
Tra gli altri boomer che l’hanno messa in imbarazzo: Sarah Ferguson, moglie di Andrea, duca di York, pizzicata dai tabloid mentre l’amante le suggeva l’alluce; Paul Burrell maggiordomo sputtanatore della Royal Family su faccende di intrighi e vita quotidiana, disfunzionale come tutte le famiglie troppo sottomesse a regole che è un piacere trasgredire; Bobby Sands, simbolo della rivolta dell’Irish Republican Army, attivista e “martire” della causa dell’indipendenza dell’Irlanda del Nord.
Poi è stata la volta della generazione X, dalle gesta poco eclatanti. A corte, negli anni Ottanta si consumavano intrighi e tradimenti tra boomer. Per la Gen X l’Inghilterra di allora era più che altro rappresentata da Margaret Hilda Thatcher, dalla musica elettronica, dagli U2 dalla new wave e da cicisbei abbastanza noiosi.
Ma contemporaneamente venivano al mondo nidiate di millennial reali: William (1982), Harry (1984), figli di Diana e a loro volta sposati con delle millennial come Kate Middleton (1982) e Meghan Markle (1981).
Poi ci sono Zara (1981) e Peter Phillips (1977), figli della principessa Anna, ma senza titoli nobiliari, per via del padre borghese; Beatrice (1988 che ha un unicorno nello stemma) ed Eugenia (1990), figlie di Andrea e Sarah Ferguson. Due GenZer, James (2003) e Lady Louise (2007), figlie di Edoardo e Sophie Rhys Jones chiudono la lista dei nipotini di Elizabeth.
la Generazione alpha a corte promette comunque altrettanto bene, e la colonna è capeggiata da George di Cambridge (2013), il biondo birbante protagonista dei social suo malgrado.
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