Oggi è la Giornata Mondiale delle emoji, ma come le usano le generazioni? Il confronto tra Millennials e Gen Z si fa sempre più intenso e su TikTok si cerca di fare chiarezza sul tema: che cosa vuole dire questa emoji? E in quale contesto si usa quest’altra? La Gen Z ha cambiato il modo di comunicare e noi ci sentiamo sempre un po’ più “vecchiacc”.
Non si può non comunicare: questa è la grande premessa che non muore mai. Le parole, i segni, i gesti, le espressioni, le immagini, i video, i suoni, le emoji. Tutti questi elementi si inseriscono in una vasca dentro cui tuffarsi e selezionare il modo migliore per veicolare un messaggio. Le emoji, in questo, giocano un ruolo sempre più attuale e oggi, 17 luglio 2023, si festeggia la Giornata mondiale. Un modo per rendere omaggio alle migliaia di faccine e immagini che quotidianamente utilizziamo per dare enfasi a un concetto o a un determinato stato d’animo.
Nel corso degli anni il loro numero è cresciuto notevolmente, così tanto che è stato necessario raccoglierle dentro la Emojipedia, un vero e proprio vademecum con tanto di catalogazione, significati e dati specifici. La Giornata Mondiale delle emoji ci ricorda il loro raggio d’azione e la loro potenza tra le generazioni, ma ci fa anche notare che non sono loro a cambiare nel tempo: siamo noi, in quanto persone, a cambiare.
Le emoji che usiamo dicono quanti anni abbiamo: quanto siamo “vecchiacc”? Chiediamolo alla Gen Z
Cari Boomer, cari Millennials, se pensavate di usare le emoji nel modo “corretto”, ci dispiace informarvi che non è esattamente così. Premettendo che ci sono differenze abissali già tra queste due generazioni, se pensiamo alla Gen Z le cose si complicano ancora di più. Le emoji utilizzate dagli Zoomers, infatti, oltre a essere in larga parte nuove, assumono un significato diverso da quello “tradizionale” o, per dirla alla loro maniera, da quello che intendono i “vecchiacc“, cioè noi. Il confronto generazionale si fa sempre più intenso, tanto che su TikTok circolano spiegoni (con tanto di power point efficaci) sull’uso delle emoji e sui loro nuovi significati.
@joincandor Different generations responding with their fav emojis 🤪 #differentgenerations #boomers #millennialsbelike #genzhumor #workhumor #workcommunication #generationsintheworkplace #remotework #officehumor
Lasciando da parte le vecchie faccine costruite con la punteggiatura (che oggi in molti definiscono da veri psycho, ndr), il modo di comunicare è cambiato totalmente anche nell’uso delle iconiche emoji. Ormai non importa quasi più rispondere a parole: basta una sola emoji per esprimere un pensiero. Una sola emoji, poi, può avere più sfumature di interpretazione, ma è quasi sempre l’ironia a primeggiare.
Pensiamo alla nota emoji del teschio: inizialmente utilizzata con il suo senso letterale (e dunque un qualcosa di inquietante, o mortale), ora spesso è associata a contesti o divertenti (fare morire dal ridere, per intenderci), o decisamente cringe. La faccina innamorata, invece, se utilizzata da un “vecchiacc” assume un senso positivo, legato a qualcosa di dolce, di particolarmente bello legato anche alla sfera amorosa. Al contrario, la Gen Z la utilizza in modo assolutamente sarcastico, quasi con un velo di presa in giro, della serie: «Ti metto la faccina con i cuori per illuderti, ma sto pensando esattamente l’opposto».
Tra le grandi novità degli Zoomers non si può non citare la statua dell’Isola di Pasqua (o Moai): particolarmente amata dal genere maschile, tale emoji (presa dal meme giga Chad) sta a indicare una persona seria inserita in un contesto piuttosto stravagante, ma in realtà anche qui le sfumature sono diverse (e ancora noi non le abbiamo capite, ndr). Che dire invece del cappellino blu? Anche qui il tono è sarcastico e la derivazione è inglese: cap, infatti, significa essenzialmente mentire (he’s capping quando c’è del scetticismo, no cap quando si vuole convincere qualcuno della veridicità di un’affermazione). L’espressione no cap è spesso utilizzata anche in musica, specie nel rap e nella trap: Mambolosco docet.
Il confronto c’è ma è pacifico: le emoji raccontano di un’evoluzione lecita
Il trend di TikTok, l’epiteto “vecchiacc” e i nuovi usi delle emoji non sono da intendere come scontro a fuoco tra generazioni. Il cambiamento è tangibile, ma è anche lecito: come possiamo pensare di evolverci stando fermi? I tempi cambiano e con loro cambiamo noi, modi di messaggiare compresi. Saremmo falsi a non ammettere di sentirci un po’ “indietro” rispetto alle new generations, ma quanto può essere affascinante scoprire che ci sono sfumature nuove di cui non eravamo a conoscenza? Lasciamo che l’onda del cambiamento ci travolga e proviamo a destreggiarci tra le nuove emoji e i loro significati.
Millennials siamo e millennials rimarremo, ma chi ci vieta di giocare all’interpretazione? Fate un tuffo nel mondo delle emoji, sarà tanto sorprendente quanto curioso, no cap 🧢