Malattie mentali e omofobia

17 Maggio 2021
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L’omosessualità non è una malattia mentale.

Parte da questo concetto basilare la festa della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia: celebrata in più di 130 Paesi il 17 maggio proprio perché in quella data, ma nel 1990, l’Oms cancellò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali.

Perché il 17 maggio?

Da allora per la prima volta l’omosessualità è definita semplicemente come “una variante naturale del comportamento umano”. Un significato pacificamente accettato dalla generazione millennial e non solo, per fortuna.

Anche se ci fu bisogno di altri 4 anni perché la decisione divenisse operativa, con la successiva edizione del Dsm (Diagnostic and statistical manual of mental disorders) approvato nel 1994, quella data storica viene ricordata per celebrare ogni anno la Giornata mondiale ‘IDAHOBIT – International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia’.

L’International LGBTQ+ Rights Festival

“A causa della pandemia covid-19, la pianificazione degli eventi quest’anno si rivela particolarmente difficile” si legge sul sito ufficiale ‘may17.org’ dove sono diverse le iniziative presentate, anche con anticipazioni sui mesi a seguire. Tra queste, il festival virtuale che si terrà dal 24 al 26 settembre 2021: ‘l’International LGBTQ+ Rights Festival’.

Per l’occasione, saranno oltre 200 gli artisti provenienti da tutti i continenti che presenteranno opere, performance musicali, video-arte e molto altro, con l’obiettivo di raccogliere fondi a beneficio delle organizzazioni che si occupano di tematiche LGBTQI+.

«Rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione»

«La Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia è l’occasione per ribadire il rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione e di intolleranza e, dunque, per riaffermare la centralità del principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea». Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una dichiarazione.

«Le attitudini personali e l’orientamento sessuale – afferma il presidente della Repubblica – non possono costituire motivo per aggredire, schernire, negare il rispetto dovuto alla dignità umana, perché laddove ciò accade vengono minacciati i valori morali su cui si fonda la stessa convivenza democratica».

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