L’8 marzo, giorno della festa delle donne 2018, dopo aver a lungo goduto del silenzio là sul monte, Zarathustra scenderà di nuovo al paese per parlare alla donna con un’idea regalo illuminante e, giunto nella piazza del mercato, annuncerà: “Io sono un messaggero della tempesta, e la tempesta si chiama superdonna.”
“Che hai detto?”, chiederà la fruttivendola con la mela in mano, e Zarathustra ammonirà: “La donna va superata! Che hai fatto tu, per superarla? Hai guardato l’abisso con occhi d’aquila? Sei discesa più in basso di quanto tu non sia mai salita, più in fondo al dolore di quanto tu non sia mai discesa?”
“Beh, diciamo che non sto proprio benissimo”, ammetterà la fruttivendola, ancora con la mela fuji in mano.
Zarathustra, penetrandola con gli occhi di un pazzo, continuerà: “Lassù, tra le rocce e le nuvole, non ho passato un giorno senza sentire il tuo dolore! Ti ho vista mutare, da cammello che porta in groppa gli ordini e obbedisce ai tu devi!, a leone che conquista la sua libertà con l’io voglio!, per diventar signore nella sua solitudine. Ti ho vista divenir spirito libero, e mutar nuovamente, oltre il cammello, oltre il leone: ti sei fatta fanciulla danzante. Hai giocato con la sabbia, hai creato e distrutto nuovi mondi. Il vecchio mondo era perduto, e tu ne hai costruiti di tuoi. Hai creato e ricreato universi, hai creato e ricreato te stessa. Hai voluto, vuoi, e ancora vorrai. Oggi, nella festa delle donne 2108, sei ormai lontana da quella povera stanchezza ignorante che non sa più nemmeno volere: vuoi te stessa, e vuoi superare te stessa, diventare. Ecco cosa ti regala Zarathustra. O preferivi le mimose?”
“No, no, quest’altra cosa va benissimo, sembra un regalino simpatico. Ma, allora, chi sono io? Che cosa sono?”, domanderà la fruttivendola, gli occhi lucidi e la mela in mano.
Zarathustra, prendendole la mela dalla piccola mano, risponderà: “Tu sei quella cosa che da sempre supera sé stessa, valicatrice di monti, anima saltellante. Sono qui per annunciarti, per annunciare quel che tu già sei: una superdonna.”
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