Yael Cohen, la millennial che insegna a mandare a fanculo il cancro
Irriverente. Ma anche molto motivante: Yael Cohen da quasi 10 anni sostiene che puntare sul nastro rosa è una reazione troppo debole. E ha lanciato la parola F come simbolo più efficace.
Yael Cohen ha 34 anni e uno slogan virale che è anche un sito e un movimento: «F * ck Cancer». Alla madre di Yael è stato diagnosticato un cancro al seno nel 2009 e lei le ha portato una maglietta con la scritta F * ck Cancer.
Sua madre l’ha indossata in ogni situazione e Yael ha osservato le reazioni. Si è resa conto in quel momento di aver inventato un movimento internazionale per fermare la comunicazione edulcorata sul cancro.
«Ho imparato più di quanto avrei pensato di sapere o mai veramente voluto sapere sul cancro», dice Cohen. «Mi è parso subito evidente che la mia generazione non stava facendo niente o non abbastanza sul tema». Del resto è chiaro a tutti che i millennial, soprattutto all’epoca dell’idea di Yael Cohen non fossero il target della comunicazione sul cancro.
Yael Cohen è nata in Sud Africa , da una famiglia ebrea. David Cohen, suo padre è un imprenditore petrolifero e minerario sudafricano che ha co-fondato Gold Wheaton Gold Corp , Northern Orion Resources e altre due società di estrazione, acquisite per oltre 1 miliardo di dollari ciascuna.
Insomma, non ha certo il passato borgataro del suo concittadino Elon Musk. Ma la verve non le manca e l’impegno che mette da un decennio sulla cura del cancro si intreccia con il supporto economico alle campagne dei Democratici. Alle ultime elezioni, con suo marito, il millennial newyorkese Scott Samuel “Scooter” Braun magnate di Ithaca Ventures e diversi mass media, hanno organizzato una raccolta fondi per Kamala Harris.
Yael Cohen, emigrata in Canada ha frequentato l’ Università della British Columbia dove si è laureata in Scienze Politiche nel 2008. Dopo la laurea, ha lavorato nella finanza
Con F Cancer ha capito che la strada dell’attivismo era perfetta per lei. Ha iniziato così a lavorare sulla diagnosi precoce e sull’educazione dei millennial come lei. Il sito spiega come fare un autoesame ma anche come comunicare la diagnosi alla famiglia.
Niente medici nello staff di F Cancer, il team ha però consulenti clinici e psicologi a disposizione degli utenti. «Non diamo consigli sul trattamento. Diamo consigli umani», ha sempre detto l’attivista. Per lei la condivisione di queste informazioni facendo chiarezza sui social media è un obiettivo importantissimo.
E in Italia a che punto siamo su trattamento e la comunicazione della malattia?
Yael Cohen oltre alle sue campagne disruptive, parla spesso di «vita dopo il cancro». Il punto sulla questione in Italia si farà il prossimo 23 gennaio a Ferrara con il convegno dell’associazione Onconauti (in modalità online) dal titolo La prevenzione nelle recidive dei tumori al seno: curare la malattia e preservare la salute.
Parteciperanno i più importanti oncologi, radioterapisti e psicoterapeuti specializzati. Tra gli obiettivi anche la sensibilizzazione delle generazioni più giovani e l’utilizzo delle nuove tecnologie.
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