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La Super League di calcio? Era ora

19 Aprile 2021
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Dalla mezzanotte di oggi lunedì 19 aprile il calcio è cambiato per sempre: con la nascita della Super League europea si entra davvero in una nuova era.

Il calcio del vecchio continente si ispira finalmente al modello NBA, come da noi già auspicato in un nostro precedente articolo dello scorso ottobre. Dodici le squadre che hanno aderito: Inter, Juventus e Milan (Italia); Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham (Inghilterra); Atletico Madrid, Barcellona e Real Madrid (Spagna). Attesa a breve l’adesione di Bayern Monaco, Borussia Dortmund e Lipsia,  forse anche quella del Paris Saint Germain per la Francia.

Come funziona la Super League?

Quindici i club fondatori previsti dallo statuto, altre 5 squadre saranno selezionate per meriti sportivi e magari anche ad invito. Si lavora per iniziare già questo agosto, con le squadre divise di due gironi all’italiana con partite di andata e ritorno. Le prime tre classificate di ogni girone accederanno automaticamente ai quarti di finale, le quarte e le quinte giocheranno gli spareggi per completare il tabellone: poi si proseguirà con la formula dell’eliminazione diretta, sino alla finale, da disputarsi in partita secca. Già attivo il sito ufficiale e i relativi profili Twitter e Instagram.

Super League, a questi livelli lo sport è business

Il tam tam mediatico in materia è iniziato ieri pomeriggio grazie ad un articolo del New York Times, seguito a mezzanotte spaccata dall’annuncio ufficiale e dai singoli comunicati delle varie società. Un sincronismo perfetto che fa capire come a questo progetto si stesse lavorando da anni. Si punta al modello NBA, già applicato nella vecchia Europa dall’Eurolega di basket, seguendo il modello che da sempre caratterizza la Formula Uno e sotto certi aspetti il tennis professionistico: gestione in mano a chi investe, non a Federazioni e a relativi burocrati.

Per chi paventa multe e squalifiche per gli autori di questo “scisma”, una veloce lettura di alcune sentenze in merito alla libera concorrenza e all’antitrust potrebbe far scemare l’entusiasmo. A questi livelli lo sport è business: la Super League garantisce da subito 3,5 miliardi e mezzo ai soci fondatori, con l’obbiettivo di arrivare a 10 miliardi di ricavi potenziali.

Quale sarà il futuro del calcio?

Numeri raggiungibilissimi da un sport amato come il calcio e da realtà che operano più come società di intrattenimento e che producono contenuti multimediali che non come semplici realtà sportive, come spiega con la sua consueta lucidità Marco Bellinazzo sul Sole 24 Ore.

Altro riferimento imprescindibile per provare ad orientarsi in materia, il giornalista di Sky Sport Flavio Tranquillo, uno dei massimi esperti e divulgatori mondiali di basket, che ieri notte si è molto speso su Twitter per aiutare tifosi e addetti ai lavori a delineare meglio i cosiddetti scenari futuri. Scelta giusta? Scelta sbagliata? Soltanto il tempo lo dirà. Di sicuro una scelta inevitabile. 

Chi è contro la Super League

Nel frattempo la UEFA, l’organizzatrice della Champions League, si è subito dissociata con un durissimo comunicato insieme a diverse Federazioni Nazionali, ripromettendosi di radiare da ogni competizione nazionale e internazionale società e giocatori che aderiranno alla Super League. Proprio oggi (alle 14.30) ne sapremo di più, quando sarà presentato il nuovo format della Champions League.

Di sicuro si è all’inizio di una battaglia nella quale il vincitore è già deciso. Indietro non si torna, anche perché che senso e che appeal avrebbe una Champions League – con tutto il rispetto – con Atalanta, Siviglia e West Ham? Assai probabile che la UEFA faccia buon viso a cattivo gioco e magari metta la sua “spunta blu” su questo nuovo torneo; se proverà a contestare la Super League perché ucciderà il diritto sportivo per esaltare il business e il profitto a tutti i costi, sarà fin troppo elementare silenziare queste obiezioni.

Basterà ricordare come troppo spesso ci si è girati dall’altra parte, quando società come il Manchester City e il Paris Saint Germain non hanno particolarmente rispettato il cosiddetto fairplay finanziario, che avrebbe dovuto sanzionare pesantemente ricavi e costi sistemati con una qual certa finanza creativa. Del resto, “si sa che la gente dà buoni consigli, se non può più dare cattivo esempio”, come ben ricorda Fabrizio De André in “Bocca di Rosa”.

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