I millennial, di età compresa tra i 18 e i 34 anni, costituiscono negli USA la maggior percentuale di forza lavoro, mentre otto baby boomer su dieci sono nati all’inizio degli anni ’50 e si preparano per la pensione.
Alcuni hanno accusato i millennial di essere pigri narcisisti che vogliono tutto e subito, che credono di sapere già come diventare leader nonostante la relativamente ridotta maturità lavorativa.
Tuttavia, gli studi dimostrano che i nostri eroi non hanno desideri troppo diversi da qualsiasi altra generazione che li ha preceduti. Sono cresciuti con il mondo a portata di mano grazie alla tecnologia, ecco la sola (nevralgica) differenza.
Il raggiungimento della maggiore età a ridosso della Grande Recessione e dell’11 settembre ha reso molti millennial realistici e pratici quando si trattava di cercare lavoro, e ora tanti tra loro, a torto o a ragione, sono convinti di avere collezionato tutte le risposte alla fatidica domanda su come diventare leader.
Secondo il rapporto Gallup del 2016, negli USA i millennial cambiano lavoro tre volte più spesso delle altre generazioni: il costo per l’economia è di $ 30,5 miliardi ogni anno. Li chiamano “hopper“, cioè saltatori.
Questi saltatori di scrivanie sono però disposti a prendere il comando nonostante cambino azienda come cambiano i calzini.
I boomer si ritirano, i millennial vogliono andare a comandare – ma avrebbero bisogno di una politica che agevolasse il passaggio.
Per uno studio di WorkplaceTrends.com, il 91% dei millennial aspira a raggiungere posizioni di leadership. Lo studio ha anche rilevato che il 58% di loro ritiene che una buona capacità comunicativa sia imprescindibile per essere un capo come si deve. E il 51% di loro ritiene di avere quel tratto, pensa un po’.
Nel frattempo, i millennial guardano gli imprenditori della loro età conquistare il mondo pezzo per pezzo, vedi David Karp con Tumblr o Mark Zuckerburg con Facebook – gente che ha dimostrato con i fatti come diventare leader. Molti millennial in effetti sono già mega boss di successo, almeno in America, eppure nel complesso la loro generazione non si sente valorizzata a sufficienza.
Se la capacità di innovazione di un’azienda influenza il 78% dei millennial al momento di cambiare lavoro, il 54% degli appartenenti alla generazione Y vorrebbe avviare una propria attività. Tutti imprenditori, insomma.
Ovviamente tutta questa analisi non tiene conto della concreta eventualità dell’Apocalisse.
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