La regola aurea per farsi pagare il giusto, finalmente
Quanto è dura la vita da freelance? Molto. Intendiamoci, non è neanche poi così male. La comunità freelance praticava molte regole dello smart working ancora prima che questo esistesse: auto-gestione del flusso del lavoro, la necessità di costruire una community solida e perché no, in alcuni casi anche la possibilità di viaggiare spesso, senza rimanere necessariamente ancorati a un solo luogo.
Ma come tutte le situazioni ha dei contro, uno di questi è sicuramente lo stipendio. Non è mai fisso, un freelance non può contare su un’entrata sicura, e soprattutto quando la sua carriera comincia sa che già sarà sottopagato (almeno all’inizio).
Certo, niente di nuovo, ma in un’azienda ci sono le risorse umane che aiutano, e qualche tutela in più. Il freelance è da solo, e compete con le regole spietate del mercato.
“Durante i miei anni nel settore come freelance, ho imparato molto su come assicurarmi di essere pagata quanto merito”, racconta la giornalista Melissa Petro. In un lungo articolo Petro ha condiviso tutta la sua esperienza, e anche qualche consiglio. Ecco quali sono.
Lavora per i soldi, non per la gloria
Accettare lavori solo perché arrivano da nomi importanti spesso è controproducente. La convinzione che un giorno riceveremo una ricompensa maggiore non paga le bollette, tantomeno l’affitto.
“Quando ho iniziato desideravo disperatamente fare pratica e farmi notare. Volevo anche affermarmi nel settore e creare contatti con editori di pubblicazioni famose. Ma a volte, mentre ricorrevo questi obiettivi, accettavo incarichi che pagavano pochissimo o addirittura niente”, prosegue Petro. All’inizio bisogna avere un obiettivo ben chiaro, e i soldi lo sono; la pratica, il tempo e l’esperienza insegneranno il resto.
Smettere di accettare lavori sottopagati
Può sembrare un’affermazione banale, ma non è così. Quando siamo inesperti tendiamo ad accettare tutto ciò che arriva, pur di non perdere un cliente scendiamo a compromessi. È una domanda difficile, ma quando ci troviamo davanti a una nuova proposta dobbiamo chiederci: “Il mio tempo vale davvero quella cifra?“.
“Avevo un cliente con il quale collaboravo spesso, perché coinvolgeva in maniera costante su molti progetti, ma poi mi sono resa conto che qualcosa non andava. Guadagnavo tanto perché lavoravo tanto, ho realizzato che sarebbe stato più vantaggioso smettere di scrivere per loro che mi pagavano così poco e utilizzare il tempo a disposizione per lavori più remunerativi”.
Contrattare, sempre
Non bisogna avere paura di chiedere di più, cosa può andare storto? Al massimo la risposta sarà negativa, e in quel caso spetterà ancora a noi decidere cosa fare. Petro ha imparato che le regole dei prezzi non sono scritte nella roccia, e che cambiano a seconda dei contenuti, della quantità e dell’editore. Ecco perché bisogna sempre fare due domande: “È possibile avere una tariffa migliore?”; oppure: “Ho svolto un incarico simile per un’altra testata, e mi hanno pagato questo importo, pensi di poter fare altrettanto?”
Fai team con altri freelance e condividi le informazioni
Creare una community è pratica comune anche nel mondo dei freelance, può sembrare strano, visto che sono tutti dei potenziali competitor, ma non è così. Creare una rete facilita lo scambio di informazioni e si può avere un’idea chiara su quanto un’editore o una casa editrice (o qualsiasi altro tipo di cliente) è disposto a offrire. “Seguo anche molti forum e profili di colleghi su Twitter, è importante tenere un’occhio aperto, si può sempre imparare”, conclude Petro.