Sei una millennial in carriera e vuoi farti largo tra videochiamate e manspreading, lasciandoti aperta la possibilità di fare un figlio forse dovresti dare un’occhiata a questa classifica.
Great Place to Work Italia si occupa di intervistare decine di dipendenti e collaboratori al fine di stilare classifiche sulla qualità dell’ambiente lavorativo in Italia. Se avevamo già mostrato le migliori aziende in cui lavorare se si è un millennial oggi vogliamo presentarvi i migliori posti per figure femminili.
Non ci piace fare preferenze ma va detto che l’Italia è risultata 63° su 156 paesi al World Economic Forum, in una classifica sul gender gap. Presentare, quindi, realtà italiane che stravolgono questi dati ci serve per dare degli esempi da seguire e possibilità reali. Nello stilare questa classifica sono state ascoltate oltre 13.000 donne.
1 – Sebach
Al primo posto, con più abilità che culo, si piazza Sebach, tutti (ri)conosciamo il marchio.
La CEO dell’azienda, non ha caso, è una donna. Secondo me è una di quelle curiosità da tirare fuori quando stiamo aspettando di andare in bagno durante il prossimo festival (nel 2045).
2 – Biogen
Al secondo posto c’è Biogen con un HR director donna.
3 – American Express
Al terzo American Express con CEO ed HR director donna.
Prima di scoprire le restanti posizioni che, seppure fuori dal podio, restano ottimi ambienti in cui lavorare, è interessante osservare le differenze statistiche tra queste aziende e la media nazionale.
Nello stilare la classifica tutte le donne hanno detto la loro riguardo temi molto sensibili, retribuzione equa, possibilità di assentarsi dal lavoro, profit sharing, equità nelle promozioni, assenza di favoritismi, imparzialità legata al genere.
Bene. “l’equità” espressa risulta positiva, un 87% contro un 41% della media nazionale e un Parity Index dell’83% che massacra un 38% nazionale. 38% definito “impietoso” da Francesca Rota, manager di Great Place to Work.
C’è un abisso rispetto alla situazione italiana guardando le risposte prese singolarmente.
Le persone che vengono incoraggiate a trovare un equilibrio fra lavoro e vita privata, in queste aziende, hanno mostrato un indice positivo dell’84% rispetto alla media nazionale, 28% (+56%). Aspetto lavorativo, questo, che è stato sicuramente impattato dal covid. Le donne, in questa fase critica, si sono sentite supportate. Basta poco a volte, ad esempio evitare di mettere riunioni a ridosso della pausa pranzo, così da consentire ai genitori di occuparsi del pranzo per i bambini che sono a casa.
Anche la fiducia rispetto alla direzione aziendale è cresciuta a causa del covid. Proprio nei momenti di crisi si vede se un capitano sa dirigere la barca. con il mare piatto sono tutti bravi eccetto Schettino.
Ecco gli altri classificati:
4 – Stryker
6 – Hilton
7 – Sorgenia
8 – Amgen
9 – SC Johson
10 – Selectra
Un dato che dovrebbe far riflettere le aziende che vogliano promuovere la parità di genere: il 65% di chi è nei primi 20 posti della classifica prevede una figura che combatta le discriminazioni e promuova la diversità. Potrebbe essere lo spunto per inventarsi un nuovo lavoro il “super head of diversity” o quantomeno essere più sensibili.
Tutte le aziende negli ultimi 5 anni dal 2017 sono migliorate, questo dimostra che attenzione sul tema c’è. Le aziende stanno imparando che la priorità sono le persone, non i dipendenti.
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