Ecco come un’escursione diventa la metafora perfetta per la nostra ascesa lavorativa: qualche tips per uno zaino ben fatto e un’organizzazione aziendale vincente.
Quando preparo lo zaino per un’escursione, so già che cercherò di infilarci dentro molte cose che non mi serviranno. È una vecchia abitudine, dura a morire, che ho acquisito da ragazzino e mi porto dietro.
Vi sarà capitato: non vi preoccupate minimamente della capienza prevista e men che meno del peso che il vostro fisico dovrà sopportare durante il cammino. Si può arrivare anche al punto di scordarsi di aver messo nello zaino alcune cose e fatalmente una volta tornati vi chiederete, «Ma questo affare che cosa ci fa qui dentro»?
Non c’è da colpevolizzarsi troppo, in fondo è uno zaino e alla peggio ve la caverete con un po’ di mal di schiena.
Ma se il sentiero da affrontare diventasse una metafora dell’anno che sta per arrivare e lo zaino fosse il simbolo di ciò di cui la vostra azienda avrà bisogno per i prossimi 12 mesi? Ecco che le cose cambiano, e qui la lezione della ricerca dell’essenzialità diventa fondamentale.
CXO: il coach dello zaino per la nostra organizzazione aziendale
Scopro che le ricerche che le aziende hanno svolto negli ultimi mesi sono tutte rivolte a una figura professionale che sta diventando sempre più importante per l’innovazione tecnologica, quella del CXO, ovvero del top manager responsabile dell’esperienza utente. Che nella nostra storia potrebbe rappresentare proprio una sorta di coach che vi appare quando fate lo zaino.
Quella realizzata da MuleSoft è soltanto l’ultima in ordine di tempo e, come altre, propone scelte importanti da fare in previsione del 2023. Gli obiettivi individuati per chi fa innovazione sono soltanto due, ma non ci si deve far ingannare, prevedono un duro lavoro e un cambio di mentalità: adeguarsi alle sempre più mutevoli esigenze dei clienti e alleggerire il peso dei propri dipendenti per consentire un raggiungimento più veloce dei traguardi.
Sono parecchi mesi che dico ai miei collaboratori di pensare all’essenzialità come chiave per il prossimo futuro, e ci sono precisi elementi che mi spingono a pensarlo. Ecco i quattro must have per l’imprenditore essenziale.
1. Fare di più con meno si può?
È una domanda che sento ripetere da molti imprenditori. E la mia risposta è: sì, grazie all’automazione. È l’investimento migliore per superare l’incertezza economica e si prevede che il 2023 premierà le imprese capaci di andare oltre gli utilizzi più banali della robotica e dell’IA.
2. L’agilità
Sarà la migliore alleata di una strategia basata sull’essenzialità. Un’organizzazione aziendale agile può adattarsi al mercato in evoluzione e consentirà ai team di lavoro di ridurre il time to value.
3. Comunicazione e dialogo
L’esperienza dei clienti e quella dei dipendenti dovranno dialogare. Dall’incontro può nascere lo stimolo ad andare al sodo, all’essenziale, stimolando al meglio i talenti presenti in azienda.
4. Scelte mirate
Una nuova modalità decisionale, umana ma supportata dai dati, aiuterà le aziende a eliminare via via la frustrazione per le opportunità sprecate a causa di decisioni sbagliate.
Si tratta di quattro riflessioni che possono sembrare quasi ostili alle aziende. E invece mi sono fatto l’idea che possano essere le quattro cose più importanti da mettere nello zaino per affrontare l’anno che sta arrivando.