Smart working a vita? Il 97% degli italiani dice sì
Più della metà degli intervistati è un millennial. Siete pronti? Mettetevi pigiama, ciabatte e sedetevi comodamente sulla poltrona perché in ufficio non ci torneremo mai più.
Il 97% degli italiani si definisce favorevole a continuare a lavorare in modalità “smart” per il resto della propria carriera. Ecco il dato che emerge dallo studio promosso da Marketers (Marketers State of Remote Working).
Oltre 400 italiani hanno risposto al sondaggio. Di questa ovazione allo smart working a vita c’è da dire che quasi il 60% dei partecipanti era del Nord Italia, 21% del Sud e 21% del Centro.
Il 48% degli intervistati lavora nel marketing e nella pubblicità quindi sicuramente il dato è fazioso, non parla per tutti i lavoratori i italiani e tutte le categorie. Eppure i numeri sono così schiaccianti che è probabile che valga anche per tutti gli altri settori.
Le categorie di lavoratori che hanno risposto sono tutto sommato bilanciate, i lavoratori autonomi contano il 39% dei partecipanti, i lavoratori dipendenti corrispondono a un 37% e gli imprenditori imbruttiti il 24%.
Buona parte degli intervistati lavora da remoto da meno di un anno, ciò dimostra che ci è bastato poco per abituarci a questa nuova forma di lavoro. L’82.5% reputa che il remote working sia il futuro del lavoro in Italia, vanno quindi ripensati gli spazi di lavoro e come le aziende possano attrarre i potenziali talenti.
Sì ma la salute? Voglio dire, tutte queste ore sulla poltrona non avranno un impatto negativo?
Secondo la metà degli intervistati lo smart working ha sia aspetti positivi che negativi, secondo l’altra metà ha solo aspetti positivi sulla salute.
Il 60% si sente meno stressato da quando lavora da remoto, il 9% di più. Il Covid-19 ha tolto il lavoro agli psicologi? Sicuramente non ai sindacati.
Un dato percepito importante è questo: l’80% dei lavoratori si sente più produttivo lavorando da remoto.
C’è da dire però che alla faccia dei diritti dei lavoratori, il 40% ora lavora più di 40 ore a settimana. Sappiamo però anche che nelle agenzie di marketing questo probabilmente succedeva anche prima che il lavoro venisse chiamato smart (anche quando spesso non lo è).
Non è tutto rose e fiori… lo sfondo del desktop
Il 30% degli intervistati ammette di lavorare troppo. Un 17% invece non sa rispondere, il che è grave, possiamo interpretarlo come mancanza di consapevolezza nel saper quantificare il proprio lavoro.
Se non usiamo più le pause caffè e le parole come comunichiamo con i colleghi?
Whatsapp, Skype, Zoom e Google Meet ci dicono i dati, il 59% dei soggetti dichiara di subire un incremento della propria produttività grazie a questi strumenti.
Le tre posizione sul podio delle applicazioni più utilizzate per il lavoro da remoto se le aggiudica Google con il triplete Google Drive, Google Calendar e Google Docs.
Voi cosa ne pensate orde di millennial? Avreste risposto così? Tempo di comprare una sedia ergonomica nuova o semplicemente distruggere il vostro vecchio ufficio?
Se il lavoro lo stai ancora cercando ecco che abbiamo per te la liste delle 10 migliori aziende dove cercare lavoro se sei un millennial.
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