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Arrivano (finalmente?) le life skills a scuola. Ma di cosa stiamo parlando?

5 Aprile 2022
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Le life skills stanno approdando nelle scuole italiane, ma gli esiti dell’operazione sono ancora dubbi. Era l’11 gennaio 2022 quando la Camera approvava il Disegno di legge sull’Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi delle istituzioni scolastiche. Una scelta per cercare di colmare il gap con l’Europa e accompagnare i ragazzi nelle sfide del domani.

Tutto molto interessante ma di cosa stiamo parlando? L’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS ha identificato le 10 competenze che prendono il nome di life skills, tra cui troviamo la consapevolezza di sé, la gestione delle emozioni, il pensiero creativo e critico.

L’obiettivo sembra dei più nobili, ma allora perché questa legge ha dato il via a una serie di proteste scolastiche da parte di alunni e insegnanti? Lasciando il disegno di legge sullo sfondo proviamo a entrare nelle dinamiche di formazione delle nuove generazioni.

Generazioni di cambiamento

Le nuove generazioni non sono confidenti con metodi top-down in cui non sentono di essere ascoltati e di poter partecipare attivamente. In termini tecnici stiamo parlando di generazioni di cambiamento, appartenenti a epoche eliminatorie o polemiche. Questi giovani non sodalizzano con il sistema, non ne conservano i modelli, non accumulano, ma sostituiscono. Cambiano perché non si sentono più rappresentati dal quadro di riferimento tradizionale e sentono il bisogno di trovare un nuovo orientamento.

I ragazzi vogliono sentirsi coinvolti in un percorso creato per loro e per le loro singolarità e unicità. Sono buoni comunicatori e rendono noti i loro bisogni. Più ricerche riportano il loro stato d’ansia, di rabbia e frustrazione, una tra le ultime quella condotta dall’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, GAP, cyberbullismo) in partnership con il portale Skuola.net su un campione di 4.935 ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 19 anni.

Dati che devono far riflettere e agire. Ma non ci si può basare su stime generiche e dinamiche diffuse. Questa volta serve l’impegno per creare piani comuni con specificità individuali, per fare indagini one to one nelle scuole e capire ed entrare nei bisogni di ogni territorio e realtà scolastica.

Life is better than skills

Tra le diverse proteste è stata riportata da Repubblica quella del noto liceo milanese Berchet. Gli studenti chiedono l’abolizione dei percorsi sulle competenze trasversali e del PCTO, ovvero dell’alternanza scuola-lavoro. Dall’altra parte però esprimono chiaramente la richiesta di più attività extrascolastiche come stage e approfondimenti su questioni di attualità, criticando il processo di aziendalizzazione della scuola. 

All’utilizzo del termine “aziendalizzazione” dovrebbe quanto meno seguire un’ammissione di colpa. Qualcosa stiamo sbagliando nel progettare la loro formazione scolastica. Forse, per così dire, stiamo facendo i conti senza l’oste.

La scuola per i ragazzi dovrebbe essere quella zona franca in cui poter coltivare il pensiero, i sogni e i desideri. Un luogo sicuro dove sperimentare e dove mettersi alla prova. Dove costruire il proprio futuro e non dove rincorrerlo.

“Sogna, ragazzo, sogna” cita il grande Vecchioni.

Life skill e cultura generazionale

L’apprendimento di competenze soft e la risposta ai bisogni e alle richieste dei giovani non sono poi così distanti, tutto dipende dall’approccio con cui si affronta il tema. Possiamo, anzi dobbiamo, parlare di attualità, trasmettendo il pensiero critico, l’empatia, la contro empatia, perché non sempre questo termine  ha una connotazione positiva.

Questo vuol dire trasmettere skills parlando ai giovani dei loro interessi, utilizzando il loro linguaggio. Le skills non sono altro che strumenti necessari a gestire i processi di apprendimento, analisi e auto-analisi autonomamente.

Per questo è fondamentale rileggere il palinsesto culturale dei giovani e analizzarlo per dargli nuove chiavi di lettura. Serie tv, musica, Tiktok, sono strumenti di informazione, educazione e apprendimento su cui bisogna lavorare per dare ai ragazzi la possibilità di leggere qualcosa in più dietro i loro contenuti (con cui si relazionano costantemente).

Millennial, a noi il compito di tuffarci nella cultura Z e Alpha, analizzarla e utilizzarla come trampolino di lancio per l’apprendimento delle life skills.

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