Dopo l’analisi globale del Digital 2023 di We Are Social (qui trovi la prima parte e qui la seconda), è tempo di fare un piccolo approfondimento per quanto riguarda i dati del nostro paese. Il fatto che in Italia girino quasi solo individui canuti con un 54 pollici rigorosamente in custodia a portafoglio e con Whatsapp in modalità always on avrà influenzato la ricerca? Forse, ma per saperlo sarete costretti a leggere questo articolo.
1. IN QUANTI CI CONNETTIAMO E CON COSA
Il Digital 2023 di We Are Social lato Italia parte da un dato palese (e preoccupante): la popolazione italiana sta diminuendo. Per il sesto anno consecutivo cala, facendo registrare un -0,2% e scendendo poco sotto 59 milioni di persone. La quota di persone connesse a internet è di 50,78 milioni, mentre il possesso di smartphone raggiunge ben il 132,6% della popolazione (78,19 milioni di device). Per quanto riguarda il possesso di dispositivi, si rileva un calo sia di computer che di tablet. I primi (sia mobile che desktop) perdono quasi il 10%, mentre i secondi il 6,4%. Aumenta ancora, anche se leggermente, la percentuale di smartphone, con un +1,0%.
È interessante notare anche come scenda decisamente l’utilizzo di piattaforme di gaming (-11,5%) e aumenti invece quello delle smart TV (+5,7%). Più Sanremo e meno Hogwarts Legacy? Non si sa, anche se il secondo non era ancora uscito al momento dell’analisi e quindi non fa testo. Inoltre, bisogna considerare che la metodologia di raccolta dei dati è variata e quindi il raffronto con gli anni precedenti risulta difficile.
2. QUANTO TEMPO PASSIAMO ATTACCATI ALLO SCHERMO E PER FARE COSA
Prima considerazione: il tempo passato online è diminuito. Questo, come la maggior parte dei trend, è solo la conferma di quanto visto a livello globale, ma è sempre interessante notare come, nonostante il nostro provincialismo, riusciamo sempre a essere straordinariamente uniformati al resto del mondo. Tornando al tempo passato online, si scende sotto le 6 ore al giorno, con un calo del 4,1% rispetto al 2021 (ben un quarto d’ora meno). Passiamo quotidianamente davanti alla TV 3 ore e 13 minuti, con 1 minuto in più su base annua. In aumento anche l’utilizzo della radio, che arriva a 1 ora e 10 minuti al giorno. Stessa cosa anche i podcast, con un +10,3% e ben 3 minuti al giorno in più di fruizione. Si alza, lievemente, anche la stampa (cartacea e online), con un 1 minuto in più, mentre lo streaming musicale rimane invariato.
È interessante notare come, per la prima volta dal 2013, è stato rilevato un lievissimo calo nel numero delle persone connesse a internet, che scendono dello 0,3% su base annua. E per quanto riguarda i social? Questo dato lo vedremo invece nel prossimo capitolo, assieme a un’analisi un po’ più approfondita delle nostre amate/odiate piattaforme perditempo.
Per quanto riguarda il “cosa facciamo” in tutto questo tempo, il dato è piuttosto chiaro. In un podio virtuale, al primo posto ci sono gli italiani che cercano informazioni (il 72,2%), al secondo chi si informa su quello che accade (il 65,2%) e al terzo posto quelli che cercano come fare le cose (il 59,4%). Insomma, la maggior parte di noi fa domande stupide a Google, schiva gli orrorifici banner per i cookie (che ti minacciano se non li clicchi) e cerca su YouTube tutorial chemannaggiaalorosonosempretroppoveloci, buono a sapersi.
Inoltrandoci ancora di più nell’analisi di quali siti web vengono visitati in Italia, ci sono due classifiche, stilate rispettivamente da Semrush e da Similarweb. Nella prima il podio è rappresentato da Google (con 1,95 miliardi di visite totali), YouTube (con 937 milioni di visite totali) e Pornhub (con 290 milioni di visite totali). La classifica di Similarweb è invece stranamente più “censurata”, dato che scompare Pornhub, sostituito al terzo posto da YouTube (con 544 milioni di visite), a sua volta scalzato da Facebook (con 593 milioni di visite). Entrambe le piattaforme però concordano sul primo posto di Google, che in quest’ultima supera addirittura i 2 miliardi di visite totali (dati mensili).
Come mai questa differenza? Non è dato saperlo, se non che Semrush ha segnalato un cambio nella metodologia di raccolta dei dati, presumibilmente accorgendosi che esistono anche i siti porno… Comunque stiamo tranquilli, i primi tre termini nella query di ricerca di Google sono questi: “meteo”, “traduttore” e “google”. Ci confermiamo persone che si chiedono se pioverà o meno, come tradurre qualcosa in qualcos’altro e cosa succede se si cerca Google con Google.
3. I SOCIAL: QUANTO TEMPO CI PASSIAMO E PER COSA
Veniamo ora alla parte “croccante” del Digital 2023 lato Italia, dedicata all’utilizzo dei social. Partendo dalle basi, ovvero dal tempo che noi italiani passiamo a scollare come folli, si nota un aumento lieve (0,9%) rispetto all’anno scorso, con un minuto in più e un totale giornaliero che arriva a un’ora e 48 minuti. In Italia ci sono quasi 44 milioni di persone attive sui social e la penetrazione nella popolazione è vicina al 75%.
Passando ai motivi per l’uso che facciamo dei social, rimane stabile al primo posto la volontà di informarsi, scelta dal 47,6% degli italiani. Al secondo posto c’è un più generico “passare il tempo” (46%), che non so se riferire all’enorme quantità di pensionati o all’enorme quantità di dipendenti. Al terzo posto, infine, “rimanere in contatto con famiglia e amici” (45,3%). Interessante il dato di chi utilizza i social per raccontare della sua vita (qui non parliamo di influencer), “appena” il 20%. Evidentemente sono l’unico che becca foto dei miei coetanei Millennial, che hanno pensato bene di avere figli e farlo sapere a tutto il mondo con foto quotidiane, cosa peraltro fortemente sconsigliata.
4. QUALI SONO I SOCIAL PIÙ UTILIZZATI
Anche qui si confermano alcuni trend già visti nel Digital 2023 sui dati globali. Meta domina tutto il podio della classifica, con ben tre piattaforme del gruppo che staccano, e di parecchio, le altre. Scendendo più nei dettagli, al primo posto si posiziona Whatsapp, Boomer chat per eccellenza, con l’89,1% di utenti. Al secondo posto troviamo Facebook, con il 77,5% e al terzo Instagram, con il 72,9%. Di parecchio staccate, in quarta posizione troviamo un’altra app del gruppo Meta, Messenger (50,6%), e in quinta posizione Telegram (46,5%). “Dov’è TikTok?” chiederanno i pasdaran di questa opinabile piattaforma. Non preoccupatevi, viene subito dopo Telegram, con il 37,5% dell’utenza. Un segnale preoccupante per due motivi: l’evidente penuria di giovani nel Belpaese e il fatto che siamo particolarmente attenti a dove finiscono i nostri dati personali (una motivazione è seria, l’altra no, vi lascio decidere quale).
Interessante comunque notare come le app di messaggistica in senso stretto, se si possono ancora definire così, occupino stabilmente le posizioni più importanti. Segno che il lato prettamente comunicativo delle piattaforme supera spesso la volontà di esibirsi nei Feed. Ultima nota: YouTube non è presente in classifica perché GWI, la fonte di We Are Social per questo tipo di dati, non lo considera una piattaforma social, ma solo di fruizione di contenuti video.
5. QUALI SONO I SOCIAL PREFERITI
Ma quale social ci piace usare di più? Anche qui ci sono poche sorprese: il podio cambia solo per una posizione, ma con gli stessi attori. Whatsapp rimane al primo posto con il 40,5%, seguito da Instagram, che scalza Facebook con il 21,6% e porta quest’ultimo al 15,8%. TikTok arriva quarto con il 5,5%, segno anche qui che il dominio delle piattaforme tradizionali, nel nostro Paese, è ancora duro a morire.
Ci sarebbe molto altro da dire, ma per quei pochi che non hanno la testa rovesciata sulla scrivania dalla noia, il Digital 2023 di We Are Social è a disposizione per intuizioni e deduzioni. Buona lettura!
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