Apologia di Mario Giordano: è davvero possibile che abbia SEMPRE torto?

21 Febbraio 2019
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Amo Mario Giordano, lo seguo tutti i giorni. Uno spasso. La sua trasmissione è geniale: mezz’ora di lui che svariona contro tutto e tutti. Ogni tanto dibatte con Luisella Costamagna, ma per il resto mette in scena un monologo televisivo-teatrale, un flusso di coscienza. A volte dice vaccate, a volte no. In un’era che apprezza tanto le diversità, perché non siamo liberi di guardare anche lui senza pregiudizi antropologici?

Nell’era di YouTube, non c’è più tanta gente che capisce come regolarsi, che tempi televisivi usare. Forse lui è uno dei pochi. Lo dimostra il fatto che nonostante una voce del genere e una presenza fisica lontanissima da Giletti, sia in tv da decenni. Cioè se ce l’ha fatta vuol dire che era proprio tanto motivato, o no? Ma io non faccio testo, io guardo Chi l’ha visto?, i reality sui ciccioni sepolti in casa a mangiare, vado al cinema prima per vedere le pubblicità delle aziende locali in dialetto toscano.

Sono uno facile, un consumatore medio. Cambio canale e becco Mario? Prima di tutto prendo il telefono e ci faccio una story per Instagram, poi mi ipnotizzo con quella sua vocina ipertiroidea da signora, quelle lunghe inquadrature in grandangolo dall’alto: “Mandami la clip! Passami la telecamera che la voglio mangiare!”… era dai tempi di Funari che nessuno chiamava più la telecamera. Mi gaso.

A volte le spara grosse, ma fa parte dello show. Mi sono chiesto: ti immagini uno che si informa solo attraverso Fuori dal Coro? Chissà come è? Me lo immagino come un analfabeta funzionale ultras che posta solo roba di fantapolitica su Facebook. Ma, ragazzi, non è colpa di Fuori dal coro o di Marione.

L’informazione è una roba seria, le opinioni, che tutti avete in gran dose, sono una roba seria. Il pregiudizio è il primo nemico di una mente libera.

Io posso permettermi di ridere con Mario Giordano, di passare da registri alti e bassi, perché faccio dei confronti. Non è il mio oracolo, ma non lo considero nemmeno un idiota assoluto perché è salviniano o ha la voce da donna.

Io ascolto ciò che dice Mario Giordano e molte volte penso abbia ragione. Tipo quando è contento perché chiudono i centri sociali. Son contento anche io. Ci sono stato in quei posti, per anni e anni, e mi fanno cagare. Sono antidemocratico per questo? Boh. Cerco di non farla pesare a nessuno comunque. Studio molto. Mi leggo Corriere e Libero, Il Sole e Dago, guardo Blob e Floris, Bianca Berlinguer e Lilli, ascolto Radio 24 e leggo il Foglio e Repubblica.

Non passo il tempo a fare like sui social. Leggo Limes, cazzo. Quindi posso permettermi di sorridere con Marione e dargli ragione quando ce l’ha e dissentire quando dice una vaccata. Chiunque con un minimo di buonsenso se ne accorge. Settimane fa ho sentito Calenda da Lilli Gruber: dice le stesse cose di uno di destra. Mica possiamo accoglierli tutti, diceva. Calenda, non Kappler. Nessuno si è scandalizzato, perché sono tutti distratti. Perché non era un trend topic.

Tornando a Marione, io sto quasi sempre dalla sua parte, penso che la gente lo odi solo per la voce che ha. Hanno fatto il suo nome per una striscia post tg in Rai e tutti si sono indignati. Se a Milano in mezzo ai colti ti dichiari suo fan, ti guardano inorriditi. È così poco cool Mario con quei completi grigi e la faccia grigia. Credo che in altri contesti si chiamerebbe razzismo.

Tipo se qualcuno facesse un commento sulla pallosità di Saviano verrebbe additato come mafiosetto. Se sei d’accordo con Salvini sei un razzista o un ignorante, se dissenti da Burioni sei un cretino. Minchia, è tutto così piatto, così a senso unico. Hanno tutti ragione, per dirla con Sorrentino. Però ci sono due pesi e due misure.

Gino Strada, l’alto difensore dei diritti umani all’estero (perché come dice Luttwak: se vai ad aiutare in Calabria non ti si fila nessuno, se vai in Africa arrivano le telecamere) poche sere fa ha schernito Marione da Bianca Berlinguer per la sua “vocina”. Faceva finta di non conoscerlo: «Dove l’avete trovato? Non so chi sia». Pietoso. Non sapeva come controbattere ed è sceso all’offesa personale. Nessuno si è indignato, nessuno ha difeso Mario Giordano. Manco un tweet.

Se Collovati dice che una donna non deve parlare di tattica (e poi si scusa cercando di argomentare) lo sospendono dalla Rai, anni fa buttarono fuori quel povero cuoco che confessò di aver mangiato gatti in tempo di guerra. Col #metoo c’avete fatto due palle e per Marione nemmeno un hashtag. Siete dei bulli.

Ma non è colpa vostra. Viviamo in un costante allarme: non piacere più agli altri, essere esclusi. Inneggiate costantemente a quanto sia preziosa la diversità ma è solo teoria, perché appena c’è da difendere uno realmente diverso, lo sfottete per la voce. Ognuno fa ciò che può, per carità, mica sono un catechista, però ecco, volevo spezzare questa lancia. Ciao Marione, tvb.

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