Mercoledì Addams ci apre le porte della consapevolezza
Ha conquistato il pubblico in pochissimo tempo: Mercoledì, la nuova gothic serie diretta da Tim Burton e disponibile su Netflix, è tendenza assoluta, in tutti i sensi. Dai video virali su TikTok in cui si imita l’insolita danza della protagonista (vero atto di libertà e self confidence), fino ad arrivare agli outfit in perfetto stile dark: ciò che un tempo era considerato strano, ora è cool.
La piccola ragazzina ribelle della Famiglia Addams ci ha fatto scattare qualcosa dentro, ci ha concesso di uscire allo scoperto, ci ha offerto un’occasione d’oro: il potere essere come vogliamo, a prescindere da tutto. In effetti, se ci pensiamo bene «siamo un po’ tutti nati di mercoledì e dunque pieni di tristezza», come direbbe Morticia.
Una tristezza che si veste a cipolla e cambia faccia e consistenza come solo un mutaforma può fare. La tristezza che spesso viviamo è figlia di un mondo strano a sua volta, dove la parola certezza è un’utopia e dove tutto ruota intorno a un enorme punto interrogativo senza risposta.
La Mercoledì di Tim Burton ci offre il diritto di essere “scoglionati” dalla vita, così come dalle persone. La piccola Addams ci regala il potere dell’unicità, del distacco dai cliché e dalla finzione mostrata sui social: essere Mercoledì, ogni tanto, fa proprio bene.
Un outsider in mezzo agli outsider: Mecoledì è l’icona gotica femminista (ed è pure alla moda)
Da sempre icona gotica e femminista, la Mercoledì di Tim Burton è anche alla moda. Non più solo trecce nere e fronte altissima alla Christina Ricci anni 90, bensì una Mercoledì che sa essere apatica, glaciale e divinamente macabra indossando scarpe Prada e outfit firmati Alaïa. Insomma, una tipa niente male.
L’adolescenza, ci ricorda la giovane Addams, sa fare schifo, eppure lei, in quella confusione e disorientamento di ormoni e sensazioni, riesce a spiccare sempre con stile. Con le sue felpe oversize, il suo immancabile colletto bianco, le sue scarpe massicce e quel pallore tipico di chi a stento respira, Mercoledì riesce, da outsider in mezzo agli outsider, a essere felice con se stessa, o per lo meno ce lo fa credere. Forse è paradossale, oltre che poco credibile, eppure quella ragazzina porta la sua diversità alla normalità e la eleva in alto, fiera di essere esattamente così.
Tutti e tutte alla Nevermore Academy sono dei diversi, con i loro strani poteri, le loro doppie personalità e le loro metamorfosi, gli studenti e le studentesse dell’accademia riescono a creare una loro comunità, quel luogo sicuro in cui sentirsi capiti e non giudicati. Tuttavia, Mercoledì Addams non ce la fa: pur essendo anche lei una “diversa”, non riesce proprio a inserirsi e si sente gli occhi puntati addosso h24. Sarà che forse tutti utilizzano i social, hanno TikTok, fanno gossip, si innamorano, si dividono in gruppetti e lei, di tutta questa roba, non ne vuole sapere nulla. Lei, così pallida e austera, così apatica e asociale, così presa da se stessa e dal suo umore monotono, non prova emozione alcuna verso nessuno: «La socialità non mi piace molto, toglie tempo alla scrittura».
C’è chi è Mercoledì la maggior parte del tempo e c’è chi mente
Forse non metteremmo mai dei piraña in una piscina piena di adolescenti e forse no, non siamo cresciuti a pane e ghigliottine giocattolo, ma certamente ci è capitato di sentirci lontani dal resto dell’universo, o semplicemente con la voglia di vivere sottoterra, giusto per restare in tema.
È ok, è umano, è anche salvifico, a volte.
Forse Mercoledì Addams è venuta in nostro soccorso per non farci sentire strani, ma anche per farci capire che si può essere “qualcuno” pur essendo un po’ fuori dagli schemi. Certo, lei incarna l’outsider perfetta: gioca a scherma, suona il violoncello, è la prima della classe e ha una cultura vastissima, ma è comunque un’outsider. Che sia da interpretare come una doppia lezione di vita? Essere unici eccellendo anche nell’ambizione, ma anche essere unici e basta, con i nostri scazzi, i nostri momenti “no”, la nostra voglia di starcene in camera con Billie Eilish in un orecchio e Drake nell’altro un attimo dopo.
La maggior parte di noi è Mercoledì: c’è chi lo è di più, c’è chi lo è di meno. Con o senza le sneakers Prada, siamo Mercoledì. Basta ammetterlo, basta esserlo senza paura. È giusto così, è la vita che scegliamo di vivere un giorno sì, l’altro meno. Rifiutare le norme sociali, accettare la nostra più nuda realtà con tutte le sue sfumature, anche quelle più buie.
Si può essere Mercoledì anche di lunedì (soprattutto di lunedì), ma si può essere Mercoledì quando vogliamo, quando ne sentiamo il bisogno. Tanto alla fine, dopo un periodo di apatica asocialità o di timida voglia di sorridere, torneremo a sbattere le palpebre e ci accorgeremo che in fondo, siamo tutti uguali.
Siamo parte di più mondi possibili, ma rimanere fedele a sé stessi è forse la costellazione migliore.