Milano Wine Week e Vendemmia di Montenapo: troppo vino tutto assieme?

16 Ottobre 2019
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Come ogni anno, da dieci anni a questa parte, il posto più mondano in cui stare a Milano, durante il giovedì sera de “La Vendemmia” del Montenapoleone District, è l’incrocio tra via Montenapoleone e via Gesù.

La vendemmia di Montenapoleone

Il via vai in strada era incredibile. Il quadrilatero della moda ha, infatti, ospitato una kermesse unica: i negozi, in abbinamento ad alcune delle cantine più prestigiose al mondo, hanno dedicato degustazioni al loro interno per propri ospiti. Le etichette erano moltissime, si spaziava dagli champagne ai rossi più corposi. Come ogni anno c’è stata la caccia al “vip pass”, una tessera, rilasciata dall’associazione, che permette di entrare in tutte le boutique senza dover essere stati invitati direttamente dal brand.

I tempi erano serrati: due ore per più 100 negozi. C’è, ogni anno, il negozio “che fa il furbetto”. Con un approccio pseudo-esclusivista, qualcuno organizza un “cocktail privato”, pur partecipando volontariamente a La Vendemmia e con altri 364 giorni l’anno disponibili per farlo. Questa edizione la Pasticceria Marchesi rimbalzava gli invitati vip alla kermesse. Risultando così, alla fine, solo una tappa delle cento in meno da fare, con una pessima ricaduta di immagine.

Milano Wine Week

Negli stessi giorni in città si è tenuta la seconda edizione della Milano Wine Week, col suo hashtag, molto alchemico, #MWW.

Ha riscosso un notevole successo. Si tratta di un’iniziativa che si è certamente ispirata a La Vendemmia, essendo stata organizzata, tra l’altro, negli stessi giorni, ma che non ha alcun collegamento con questa. La MMW, come concetto di fondo, vorrebbe creare una sorta di fiera del vino, assimilabile al Fuorisalone della Design Week. Sono stati, quindi, organizzati 300 eventi di degustazione per l’intera settimana in diversi punti della città con headquarter in corso Venezia a Palazzo Bovara. Dove si è anche tenuta la festa di chiusura, innaffiata dai vini della cantina Nino Negri, alla domenica sera.

Si sono avuti 300mila visitatori, secondo l’organizzazione, quasi il doppio dell’anno precedente. Per come vanno queste cose a Milano, si può facilmente prevedere che l’anno prossimo si supererà il mezzo milione e via a salire.

Molto diverso il discorso de La Vendemmia. Il cui scopo non è una fiera fondata su grandi numeri ma offrire ai propri ospiti ( giornalisti, top clients, socialites ) una settimana di eventi enogastronomici e culturali nei dintorni del quadrilatero. Si è iniziato martedì 8 con Christie’s che ha aperto le porte di palazzo Clerici per ospitare un’asta di beneficenza a favore di Dynamo Camp. Grande la generosità dei partecipanti che hanno guerreggiato a colpi di rilanci vini esclusivi donati dal Comitato Grandi Cru d’Italia, tartufi d’Alba della fiera internazionale ed opere d’arte. La serata si è conclusa col cocktail inaugurale, estremamente mondano, tra vini e tartufi. Nei giorni a seguire le Gallerie d’Italia, il Poldi Pezzoli ed il Bagatti Valsecchi si sono resi disponibili ad organizzare visite guidate ed esperienze sensoriali al loro interno.

Probabilmente per l’anno prossimo sarà più opportuno cercare di separare le due iniziative per evitare confusioni che, ormai, sono controproducenti per entrambe.

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