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Molestie sessuali. Soluzione finale: sperma in vitro e castrazione a 18 anni

19 Ottobre 2017
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Con la sacrosanta campagna anti molestie sessuali degli ultimi giorni non concluderemo niente di definitivo. Perché, signore/i e signori/e (la disparità di genere si nasconde dietro ogni cavillo morfosintattico) il problema rimane: il maschio umano. L’hashtag #MeToo, lanciato per le donne vittime di violenza maschile, e quello di simmetrica autodenuncia virile #ihave, sono rimedi sintomatici, destinati a scomparire come l’effetto dell’aspirina. Ma una soluzione c’è.

Per ora, le fantasie di accoppiamento si sposteranno per un po’ dalla realtà fisica a quella mentale degli uomini feroci e vigliacchi. Alcune molestie sessuali entreranno in fase di latenza. Ma, giustamente, di recente abbiamo tutti ricordato come anche un tentativo di bacio non apprezzato dalla donna, una carezza a tradimento, una battuta rivelatasi fuori luogo, sono altrettante forme di abuso. Magari più ambigue, meschine, subdole, melliflue, ma non per questo meno violente. E vorreste dirmi che un’occhiata a una scosciatura in metropolitana o al décolleté di una barista non sono a loro volta insopportabili forme di maschilismo? Ed è solo perché, purtroppo, la tecnologia non ci consente ancora di indagare i pensieri dei passanti che innumerevoli altri casi di molestia restano tutt’ora in agguato nelle paleocortecce, impuniti.

Se solo le donne immaginassero l’intensità e la frequenza con cui un uomo sogna di accoppiarsi con la cassiera, la collega, la capa, l’impiegata, la professoressa, la studentessa – solo in minima parte, si ipotizza, consenzienti – durante una giornata, prenderebbero provvedimenti più seri. Così i maschi umani faranno per sempre, sorelle mie. Sono così affezionati a questo insulso giocattolino adolescenziale della conquista, dell’avventura, della fantasia, del sesso, che hanno addirittura plagiato molte donne, in quest’epoca solo in minima parte redenta da decenni di femminismo. Donne che quindi a più riprese si sono lamentate della scomparsa del maschio che fa il maschio, che ci prova con loro a costo dell’orgoglio, della presa in giro, del fallimento. Cioè a costo di vedere rifiutato un proprio approccio. Diamo un nome alle cose: di commettere molestie sessuali, porco! Sorelle, sorelle mie, fino a questo punto noi maschi abbiamo corrotto le vostre menti? Fino a immaginare che ci sia un genere, quello dotato di pene, che corteggia, che fa il primo passo, e un altro, quello affrancato dalla ridicola propaggine anatomica, che decide?

Povere, povere amiche mie. Senza tirare in ballo, poi, l’istinto al tradimento, alla poligamia, all’orgia, alla sperimentazione, senza tirare in ballo i sogni di nuovi odori, di pelli sconosciute, di disseminare il globo col proprio codice genetico, sogni che un plurimillenario maschilismo ha fatto addirittura immaginare discendessero da ragioni biologiche. È troppo tardi, ormai l’inganno ci scorre nel sangue, ci scodinzola nei testicoli. Indietro non si torna. Temiamo che le oscure inclinazioni degli esemplari maschili di homo sapiens perdureranno fino a una mutazione genetica, fino a che l’evoluzione non rimedierà là dove non può rimediare la cultura.

E invece no! Una soluzione c’è. Questo è un #ihave definitivo, di genere. La soluzione è: castrazione a 18 anni previa accumulazione di sperma in vitro.

I ragazzini si divertiranno un mondo ad accumulare.

Le donne non rinunceranno a quell’esperienza miracolosa che è la maternità, l’unica che le distingue dai maschi, per il resto in tutto e per tutto uguali e pari e spiccicati a loro.

L’umanità, questa vecchia amica, non si estinguerà.

Gli uomini saranno finalmente liberi da questo diabolico congegno che li fa desiderare le donne, pensare al sesso così di frequente. Congegno non abbinato a un altrettanto zelante intelletto: solo qualora fosse dotato di capacità telepatica potrebbe prevedere se una femmina (termine che detesto, puzza di clava e di violenza pelosa) non respingerà le avances.

D’altro canto, chiunque abbia visto Trono di spade, sa che l’assenza di attributi virili non pregiudica la prestanza fisica degli eunuchi. Che saranno quindi pronti, senza secondi fini e losche mire, a proteggere le donne dai pericoli del mondo. Perché, in effetti sì, la crudele Natura (badate bene: anche determinare la natura come femmina è un tiro mancino del maschilismo: la natura è un patrigno!) ha distinto gli uomini e le donne pure dal punto di vista fisico: gli uomini sono più grossi e più alti. Ma qui, ne siamo certi e ipercerti, si esauriscono le eccezioni che incrinano l’assoluta uguaglianza tra i generi.

E le nostre sorelle, mosse pure loro dalla ricerca del piacere (una ricerca di sicuro più onesta, dolce, pura, delicata), potranno soddisfarsi con le migliaia di modelli di vibratori già da ora in commercio.

Gli eunuchi, ormai altruisti e innamorati nel senso più profondo del termine, saranno ben disposti a donare alle donne piacere grazie al movimento ritmico dei propri lombi attrezzati con cinture falliche. E quanti baci sulle guance!, con permesso, se posso, ci pensi, bene, firmi qui.

L’umanità andrà avanti; le donne avranno piacere e figli; basta abusi e basta molestie sessuali  fisiche e psicologiche; gli uomini non vivranno più quella schizofrenia che li fa sentire sempre più maschi e meno maschi di quello che dovrebbero essere.

Questo progetto, va da sé, coinvolgerà solo uomini eterosessuali. Perché tutti sappiamo come gli ambienti a maggioranza maschile omosessuale siano del tutto privi di qualsivoglia forma di abuso di potere, di do ut des sessuale, di tutti quei meccanismi di lubrificazione delle scale mobili sociali e lavorative che intaccano il nefasto regno dell’eterosessualità.

Il femminismo è morto, ora vive l’eunuchismo! 

Vado ad accumulare.

 

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