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Protesta veneta contro multe anti-bestemmia. Toglieteci tutto, ma non il porcone! 

2 Agosto 2019
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Un piccolo comune alle porte di Padova mette al bando le bestemmie e i cittadini si inventano una manifestazione (ironica) sulla libertà di sproloquio. Ma la politica si deve occupare di queste cose? Sì!

Saonara la lurida?

C’è un’immagine che gira su internet con due libri messi uno accanto all’altro. Uno è gigante, l’altro sottilissimo. Sotto quello gigante c’è scritto: dizionario veneto. Sotto quello smilzo: dizionario veneto senza bestemmie.

Fa ridere e farebbe ridere anche se il dizionario fosse toscano, calabrese, friulano o sardo. La bestemmia, intesa come un’ingiuria blasfema è presente nel costume in quanto la rabbia o altri sentimenti contrastanti sono presenti nell’animo umano.

Si parla molto di un piccolo comune in Veneto in questi giorni, Saonara, in cui il sindaco ha dichiarato guerra alla blasfemia con multe antibestemmia che possono arrivare fino a 400 euro e, in caso siano minori a pronunciarle, saranno i genitori a doverle pagare. E non vale solo per il Dio dei cristiani, ma anche per le divinità musulmane, buddiste etc…

Fa parte di un piano generale di riconquista del decoro urbano che il primo cittadino vuol perseguire per migliorare la qualità della vita ai suoi elettori. Pare che da quelle parti sia diventato un costume trattato con leggerezza e lui si dichiara rammaricato di sentire anche giovanissimi dire certe oscenità.

Conviviamo in questo mondo uno accanto all’altro in una sorta di esistenza forzata. Siamo tutti a contatto, tutti vicini al prossimo. Per questo ci sono delle regole di convivenza da rispettare. Ad alcuni le bestemmie danno molto fastidio, ad altri no. Certo non è mai bello sentirle tirar in ballo a caso, giusto per farsi notare. Ma c’è da chiedersi come sarà possibile accertare una bestemmia, stabilire la multa antibestemmia, in base a quali criteri, e soprattutto come faranno i vigili a constatare le bestemmie in altre lingue. Chissà che facce faranno gli avvocati chiamati in causa dai loro clienti che magari vogliono difendersi.

Il blasfemo caso di “bestemmie a Padova, non potranno multarci tutti”

In sé la cosa fa ridere, ma non quanto la volontà di circa quattordicimila (ad oggi) padovani, che dichiarano su Facebook di partecipare a un evento “Bestemmie a Padova, non potranno multarci tutti” in nome della libertà di sproloquio. Toglieteli tutto ma non il loro porcone!

I veneti amano la loro parlata violenta e per alcuni la bestemmia è un intercalare, un punto distintivo del linguaggio che serve a rimarcare meglio il concetto. La lotta alla blasfemia è antichissima, nell’antica Roma e nel medioevo le pene per la bestemmia andavano dall’inchiodamento della lingua fino alla sua amputazione e ancora oggi nel mondo islamico si rischiano condanne estreme per uno spergiuro contro dio.

La battaglia del sindaco va letta come la metafora più grande di un mondo che cerca di preservare un’integrità, diciamo, morale contro un altro mondo che vede perso nell’anarchia e nella dissolutezza. In realtà fa tutto parte di un processo di invecchiamento. I tempi cambiano di continuo e noi invecchiamo con loro, non riconosciamo più i comportamenti delle nuove generazioni che in realtà sono altrettanto scandalosi di quanto lo erano i nostri quando eravamo al posto loro.

Tuttavia il provvedimento sembra un gesto in cui la politica vuole davvero migliorare le condizioni di vita della società che amministra. Infatti prende in oggetto anche i comportamenti di chi porta a spasso il cane o frequenta i luoghi pubblici. Ovvero la convivenza comune. Ci lamentiamo sempre che la politica ci ha abbandonati invece forse siamo di fronte a un episodio che ha più a che fare con la politica di un sacco di questioni che alimentano le battaglie sui social.

Insomma, sembra una banale notizia di provincia, invece potrebbe essere uno episodio che impone una riflessione seria sui tempi in cui viviamo. Il mondo è di tutti, ma siamo tanti e dobbiamo imparare a starci assieme, lo volete capire o no?, pxxco xio.

 

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