Il gioco dell’OPA su Telecom Italia: quale sarà il futuro di TIM?

11 Dicembre 2021
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Se la borsa vi sembra una cosa terribilmente noiosa o da boomer, vuol dire che non avete mai partecipato al gioco dell’OPA.

Non si tratta di un nuovo videogame per consolle e neppure di un passatempo dei nostri nonni per le lunghe e fredde serate invernali. L’OPA, o più precisamente Offerta Pubblica di Acquisto, è un’operazione di borsa mediante la quale una persona fisica o giuridica dichiara pubblicamente agli azionisti di una società quotata di essere disposta a comprare i loro titoli a un prezzo superiore a quello di borsa.

Alla caccia di TIM

Ecco, la preda di queste ultime settimane è Telecom Italia, si, proprio TIM, la storica società italiana di telecomunicazioni, che offre servizi di telefonia fissa e mobile, internet e televisione via cavo, e che da oltre un ventennio vive una lunga crisi che ha depresso il suo valore in borsa.

Il fondo Kkr fa la prima mossa

Ma possiamo ai fatti: nel weekend del 20 21 novembre, il consiglio di amministrazione di Telecom ha preso atto della proposta arrivata dal fondo Usa Kkr, un colosso che gestisce oltre 460 miliardi di $, che si è fatto avanti per rilevare la quota di maggioranza della compagnia telefonica.

Per ora si tratta di una manifestazione d’interesse, quindi non vincolante, indicativa però della volontà di lanciare un’Opa totalitaria finalizzata al delisting (ossia la revoca della società dalle negoziazioni dalla borsa) che sarebbe valida al raggiungimento di almeno il 51% del capitale.

0,505: ok, il prezzo è giusto?

Il gigante a stelle e strisce sarebbe pronto a offrire agli azionisti di TIM un prezzo di 0,505 euro per azione ordinaria o di risparmio. A quel livello di prezzo la capitalizzazione complessiva del gruppo sarebbe pari a circa 10,8 miliardi rispetto ai 7,5 miliardi di venerdì 19 novembre con le azioni ordinarie a 0,3465 euro e le risparmio a 0,3505 euro.

In queste ultime settimane le voci di OPA; contro OPA da parte dell’azionista di maggioranza, i francesi di Vivendi; il possibile uso della Golden Share da parte del Governo italiano (l’istituto giuridico che dà diritto al Governo di porre un veto su cessioni di quote azionarie ritenute strategiche per gli interessi nazionali), si sono susseguite.

La partita è ancora aperta e potrebbe anche finire con uno 0 a 0. Un nulla di fatto che lascerebbe Telecom Italia al suo destino, fatto di super indebitamento (oltre 20 miliardi di euro), e concorrenza feroce da parte degli altri operatori telefonici.

La situazione a oggi è ancora fluida. Noi di The Millennial vi promettiamo di raccontarvi come andrà a finire; la situazione, infatti, potrebbe sbloccarsi da un momento all’altro. In un verso o in un altro. Se dobbiamo giocarci un soldino, siamo pronti a scommettere che con Draghi al governo, forse è arrivato il momento giusto per far risorgere la malandata compagnia telefonica privatizzata nel 1997, sin da allora alle prese con una lunga crisi, ma che ancora oggi dà da mangiare a oltre 50mila dipendenti.

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