Le carrozze per sole donne? Un placebo, il problema non sono i treni

11 Dicembre 2021
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Le carrozze per sole donne su treni…

Non credo sia necessario ripassare dettagliatamente i fatti di cronaca, basterà un accenno: due ragazze violentate, una sul treno Milano-Varese, una nella stazione di Venegono Olona. Poi la successiva petizione lanciata su Change.org per chiedere che sulle linee Trenord vengano predisposti vagoni ad uso esclusivo delle esponenti gentil sesso.

Sono già stati scritti fiumi di parole sul dibattito che vede protagonista la possibile realizzazione di carrozze per sole donne finalizzate a proteggere da occhi indiscreti, approcci indesiderati e vere e proprie violenze. È una misura necessaria a proteggerci? È una forma di ghettizzazione limitante per i diritti delle donne che vorrebbero poter scegliere dove sedersi, all’ora in cui vogliono viaggiare, senza ansie e timori dettate solo dal fatto di essere nate donne e “vulnerabili”?

«Per quale motivo ci siamo ridotti a questo?»

Credo che una qualsiasi millennial si sentirebbe quantomeno disorientata nell’apprendere questa notizia. Non appena ho sentito parlare dei vagoni per sole donne non ho percepito sollievo. Mi sono chiesta «per quale motivo ci siamo ridotti a questo?». Di primo impatto penso che questa misura renda macroscopica la disparità di genere. Si parte dal presupposto che per poterci sentire sicure dobbiamo essere solo tra di noi, innocue fanciulle spaventate che rifuggono il pericolo dei bruti. È lapalissiano dire che bisognerebbe partire dal presupposto che… Già, non serve, la teoria la conosciamo tutti.
Siamo la metà della popolazione, forse qualcosa di più. Siamo arrivati al punto di doverci occultare per evitare catastrofi?

Al di là dei principi, dei deliri di orgoglio femminista e di tutte le digressioni teoriche che si possono elaborare sul tema, calandomi nella realtà non posso far altro che rendermene conto: il treno di notte, io, da sola, non lo prendo. E non lo prendo perché avrei paura, perché dovrei dotarmi di spray al peperoncino e oggetti contundenti vari. E chi ha voglia di stare in ansia per ore di viaggio? Trovarmi alla stazione di Bologna all’1 di notte da sola non è una prospettiva che mi alletta. Devo ammettere, quindi, che per quanto mi stizzisca e intristisca l’idea che un’iniziativa di questo genere possa essere utile, il problema è reale.

Il problema non sono i treni

Non so dire se sceglierei di usufruire delle carrozze per sole donne, non so pronosticare un’effettiva utilità di questa misura per arginare il problema e non so nemmeno se aiuterà qualcuna di noi a sentirsi più libera di viaggiare a qualsiasi orario e in qualsiasi luogo. Anche se, statistiche alla mano, si verificasse la validità di questa misura, stiamo pur sempre parlando di un placebo. Il problema non sono i treni.

Foto Pixnio

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