Come capitalizzare l’ansia della pandemia? Lettera aperta ai millennial per il 2022

5 Dicembre 2021
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Sono passati quasi due anni dal primo lockdown. Cosa ne è stato di questo tempo? Considerazioni di un millennial ansioso (ma speranzoso) che vorrebbe indietro il suo tempo. O che se lo riprenderà.

Mentre c’eravamo dentro quasi non ce ne siamo resi conto. Anzi, ammettiamolo che in un primo momento abbiamo percepito un non so che di emozionante all’imperversare di una pandemia letale su tutto il globo.

Non fraintendetemi, non che ne fossimo entusiasti, ma la prospettiva di rimanere in quarantena forzata per qualche tempo ha rappresentato, per assurdo oserei dire, la rottura di una monotonia: alzati, lavati, fai colazione, esci e vai a lavoro, torna, mangia, bevi una birra con i soliti tre amici, torna a casa e via a dormire. Ecco, era questa la routine pre-pandemica di molti di noi. In lockdown abbiamo dovuto rivoluzionarla, e all’inizio è stato quasi divertente “staccare”.

Finché si trattava di due mesi

Un mese o due di reclusione forzata erano una novità. La retorica autocelebrativa ha trovato terreno fertile per una nuova narrazione personale: ti dico cosa faccio in quarantena perchè tu sappia chi sono, o meglio, chi voglio essere.

C’era chi ambiva a potersi definire neo-cinefilo sparandosi maratone infinite di pellicole in serie per autore, rigorosamente postando una story che testimoniasse il tutto. Oppure chi aspirava a diventare un accanito lettore di romanzi e poesie, o addirittura uno scrittore. Poi i falsissimi fitness addicted, i cuochi vegani… Abbiamo visto di tutto.

Ma abbiamo davvero fatto tutto? La visione pessimista

Bene, a posteriori possiamo dire che, contro ogni pronostico, nessuno di noi ha fatto le cinquemila cose che aveva calendarizzato per la propria reclusione da covid. Non siamo nemmeno riusciti a creare le nuove personalità che avevamo progettato con minuzia. 

Alla fine abbiamo vegetato, per la maggior parte del tempo.

Che gusto c’è nel trovare un nuovo hobby, se è l’unica cosa che possiamo fare? Il tempo non era scandito, il tempo libero non esisteva nemmeno più, gli hobby non avevano senso di essere considerati tali. Tutto diventava noioso, dopo un po’.

L’ansia post-lockdown da tempo sprecato

Cosa ne abbiamo ricavato? Che questi due anni (o poco meno) forse un po’ li abbiamo persi. Abbiamo perso esperienze, conoscenze, banalmente anche solo belle giornate… E cosa ci ha generato? Ansia post-lockdown. Siamo campioni di ansia e questo lo sappiamo bene, ma questa volta siamo più che giustificati.

Avere 15, 20, 25, 30, 35 anni ora implica che due anni cruciali della nostra esistenza sono stati, per non dire buttati, diciamo “non sfruttati”. Ok, abbiamo letto più del solito e imparato a fare i ravioli cinesi al vapore e la biga con il lievito madre, ma forse per questo avremmo avuto tempo anche intorno ai sessanta.

Capiamo il valore di una cosa solo quando la perdiamo. La visione ottimista

Non dobbiamo cadere in un pessimismo cosmico leopardiano post-pandemia.

È possibile trovare una prospettiva positiva? Sì, nella maggiore consapevolezza che ora abbiamo dello scorrere del tempo. Non abbiamo mai dato tanto valore al tempo come ora che ce lo hanno “rubato”, quindi non lo vogliamo più sprecare. E questo comporta riprendere davvero a vivere, gioire, consumare.

Quante volte ci siamo biasimati per scelte non fatte, ci siamo detti «se lo avessi saputo quella volta sarei andato, avrei detto, avrei fatto…»?

Ora, quindi, abbiamo la smania di fare tutto nel minor tempo possibile, per non lasciarci sfuggire neanche la minima opportunità. Che siate giovani genZer che decidono di farsi coraggio per l’anno di studi in Canada o “elder millennial” che finalmente si iscrivono a quel dannato corso di digital marketing tanto bramato ma mai iniziato, un po’ sappiamo che è anche grazie all’ansia post-lockdown che avete preso in mano la vostra vita.

Sì, c’è un lato positivo nell’ansia post lockdown

Quindi quello che abbiamo vissuto negli ultimi due anni è da buttare? No, per due motivi. In primis ci ha cresciuti e ci ha resi consapevoli della effettiva veridicità di frasi Tumblr come carpe diem (Orazio perdonami), poi ci ha fornito un sacco di racconti apocalittici da propinare ai nostri nipotini annoiati nel 2065: «Sai piccolo, nel febbraio 2020 io c’ero».

In sostanza, non preoccupatevi, avete ancora tempo per fare tutto. Ma fatelo, ora, che comincia il 2022.

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